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Biodiversità, il Wwf: “A rischio estinzione un mammifero su quattro, e un anfibio su tre”

25 gennaio 2010 0 commenti
Un panda

Un panda

Roma, 25 gennaio 2010 – “Attualmente sono considerati a rischio un quarto dei mammiferi e un terzo degli anfibi conosciuti”.

Inoltre, “è in pericolo un uccello su sette, pari al 15% di tutte le specie censite”. Lo ha detto all’agenzia Dire il responsabile Specie del Wwf , Massimiliano Rocco, a proposito de “L’anno internazionale della biodiversità”, manifestazione planetaria promossa dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn, International union for conservation of nature) nell’ambito del ‘Countdown 2010’ delle Nazioni Unite, il conto alla rovescia per ridurre la perdita di biodiversità entro quest’anno.

Il 2010, ha ricordato l’ambientalista, “è anche l’anno della tigre, e questo è un fatto ancor più significativo” se pensato alla luce del fatto che coincide con l’anno internazionale della biodiversità. Infatti, ha ricordato Rocco, “si stima che attualmente ci siano tra i 3.200 e i 3.500 esemplari” di questo felino, che “continua a diminuire” in numero.

 

La tigre, da sola, “è un simbolo dello stato della biodiversità”, dice ancora Massimiliano Rocco, ma oltre a questo animali, ha continuato l’ambientalista del Wwf, “ci sono altri emblemi” della situazione in atto: ad esempio il panda (solo 1.600 esemplari), la lince pardina, il rinoceronte di Giava, o il langur duca (scimmia a rischio estinzione che vive in Cina e Indocina).

Per questo 2010, ha continuato il responsabile Specie del Wwf, l’auspicio è che “si prende coscienza delle situazione e ci si adoperi con una strategia nuova”. Occorre uno sforzo globale e in quest’ottica, ha aggiunto, “i Paesi ricchi devono assumersi la responsabilità di aiutare i Paesi in via di sviluppo a gestire l’ambiente in modo sostenibile”. In questo, ha sottolineato Rocco, bisogna partire proprio dalle ‘specie simbolo’: “Credo che salvando queste specie si possa arrivare a salvare anche tutte le altre”.

Ma bisogna fare in fretta, ha ricordato l’ambientalista: il Wwf registra infatti “il fallimento” delle politiche di conservazione delle specie floreali e faunistiche. “Gli obiettivi della comunità internazionale – denuncia l’associazione del Panda – non sono stati raggiunti”.