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La Cina acquista dall’Australia carbone per 60 miliardi di dollari

6 febbraio 2010 0 commenti

ZB799_126733_0040 Trenta milioni di tonnellate di carbone per 20 anni.  Sono questi i numeri del maxi contratto da 60 miliardi di dollari firmato dalla compagnia mineraria australiana Resourcehouse Ltd per la fornitura alla China Power International Development (CPI).  

Il presidente della società, Clive Palmer, ha spiegato che la Export- Import Bank of China ha contribuito con 5,6 mld al progetto che è “in mani australiane al 100%”.  

“Questo è il contratto più importante di export mai firmato in Australia”, ha aggiunto Palmer, annunciando l’accordo siglato la settimana scorsa.

Perchè questa notizia è importante?
Perchè il carbone è un combustibile ad alte emissioni di Co2 e perchè la maxicommessa conferma il trend della Cina come grande utilizzatore di carbone (quasi l’80% della sua elettricità è prodotta grazie al carbone) .

Nonostante un recupero sul fronte dell’intesità energetica (che, in termini pro capite, è poco più che doppia di quella degli Stati Uniti), l’ennesimo acquisto di carbone sul mercato internazionale (che si aggiunge a quello estratto in Cina) rafforza il trend di crescita delle sue emissioni. Delle 28 miliardi di tonnellate ci Co2 emesse, ben 6.1, (pari al 21,5% del totale) sono infatti state prodotte dalla Cina, che  da due anni ha sorpassato gli Stati Uniti, saliti a 5,75 miliardi di tonnellate (20.5%) e l’Unione europea, scesa a 3.91 (13,8%).
 
Anna Bligh, primo ministro del Queensland, lo stato australiano dove si trova la nuova miniera di carbone, ha commentato che prima della partenza del progetto andranno risolti “alcuni problemi ambientali”.

Probabilmente più d’uno….