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Ambiente, il Wwf ai candidati governatori: “Ecco cosa vi chiediamo”. Il decalogo e la mappa critica per tutelare il territorio

25 febbraio 2010 0 commenti

NaturaRicominciare dalla ‘A’ di ambiente”. E’ questa la richiesta del Wwf Italia ai candidati alla presidenza delle Regioni, ai quali gli ambientalisti chiedono “quanto ‘pesa’ il tema nelle loro agende”. A tutti i candidati delle tredici Regioni al voto a marzo per il rinnovo della presidenza, l’associazione del Panda provvederà a distribuire un ‘Decalogo dell’ambiente’ con le dieci cose da fare insieme alla ‘Mappa delle emergenze ambientali’ di ciascuna regione.

 

“Mai come in questo momento di ripetute crisi ambientali è fondamentale il ruolo delle Regioni”, sostiene Stefano Leoni, presidente del Wwf, che lamenta come sussista “ancora una sproporzione tra le competenze attribuite alle Regioni in materia ambientale e le risorse messe a disposizione”. Infatti, spiega, “queste spendono oggi per l’ambiente in media 75 euro l’anno pro capite, una cifra che complessivamente è pari a solo lo 0,31% del Pil (poco più di 2,4 miliardi di euro: il 64% destinato alla difesa dell’ambiente, il 36% a gestire le risorse naturali)”.

Pertanto, continua Leoni, “il nostro appello, lanciato proprio nell’Anno della Biodiversità, è di investire nella difesa della natura, ripartendo da un tema che accomuna tutti i cittadini”.

Salvare l’ambiente, conclude, “vuol dire tutela della salute, investimenti per lanciare seriamente la green-economy, futuro garantito alle nuove generazioni”.

 In materia ambientale, il Wwf chiede impegni precisi attraverso il ‘Decalogo dell’ambiente’, che sarà presentato a tutti i candidati alla presidenza delle Regioni. Ecco, uno per uno, i consigli dell’associazione del Panda”:

  1. Tutelare la ricchezza naturale delle regioni, predisponendo Piani d’azione regionali e inserendo la tutela della biodiversità nella pianificazione territoriale e nei programmi operativi economico-finanziari

  2. Perseguire l’Obiettivo: consumo del suolo “zero”, prevedendo che i nuovi piani paesistici contengano obiettivi chiari e misurabili di riduzione progressiva e significativa del consumo del suolo (favorito da interventi estemporanei, da abbandonare, come il Piano casa)

  3. Pianificare per prevenire il dissesto idrogeologico, adottando Piani di tutela delle acque in linea con l’Europa che facciano decollare la gestione dei Distretti idrografici per contrastare il rischio idrogeologico e conseguire il traguardo del “buono stato ecologico di laghi e fiumi”

  4. Far respirare i territori assediati dal traffico, inserendo nei Piani regionali dei trasporti obiettivi espliciti di riduzione delle emissioni di CO2, di rientro nei limiti per l’inquinamento dell’aria e di riduzione del rumore e non prevedendo la costruzione di nuove autostrade

  5. Predisporre l’alternativa al nucleare, adeguando i Piani energetici regionali ai nuovi obiettivi internazionali di riduzione dei gas serra (-30% entro il 2020 e -80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990) attraverso il risparmio, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili e contrastando qualsiasi realizzazione/riconversione di impianti a carbone, nonché la costruzione di centrali nucleari, assolutamente inutili, dannose ed economicamente insostenibili

  6. Contribuire alla lotta sui cambiamenti climatici, elaborando Piani strategici regionali che fissino obiettivi per la riduzione di Co2 in tutti i settori (in particolare quelli non sottoposti all’emission trading: trasporti, settore civile, agricoltura) e linee d’azione per l’adattamento ai cambiamenti climatici

  7. Premiare chi riduce i rifiuti, redigendo i Programmi di prevenzione dei rifiuti richiesti dalla Commissione Europea e perseguendo l’obiettivo di riduzione dei rifiuti, anche sollecitando i Comuni ad usare virtuosamente la leva fiscale con il passaggio dalle tasse attuali a tariffe premianti per chi adotta comportamenti virtuosi

  8. Consolidare la rete delle aree protette, sviluppando una rete di aree protette, collegate alla Rete Natura 2000 (tutelata dall’Europa) basata sull’efficienza e l’efficacia degli interventi programmati e pianificati

  9. Contrastare la caccia selvaggia, non promuovendo modifiche peggiorative alla legge quadro sulla caccia (come stabilito dalla Conferenza delle Regioni), contenendo la pressione venatoria e non derogando dall’elenco delle specie cacciabili stabilito dall’Europa

  10. Educare all’ambiente, rafforzando il sistema Infea (Informazione, formazione, educazione ambientale) e integrandolo con le attività educative delle scuole e le attività di formazione.

     

Ma non c’è solo il decalogo nel ‘programma’ del Wwf per la salvaguardia di ambiente e territorio: tante, infatti, le richieste alla Regioni. Al nord l’associazione del Panda chiede in Veneto “il radicale ridimensionamento del Piano regionale dell’attività di cava e il blocco del progetto della mega-discarica di amianto (la più grande d’Europa con ben 500.000 metri cubi di asbesto stoccati in 9 ettari)” prevista in una cava a sud di Roverchiara (Verona), zona umida vincolata dalla Regione.

In Lombardia si chiede il blocco della terza pista dell’aeroporto di Malpensa, e “interventi concreti per il miglioramento della qualità dell’aria” insieme a “l’adozione delle misure supplementari per tutelare il Po indicate nel Piano di gestione idrografico padano”. In Piemonte, gli ambientalisti vorrebbero che si desse “priorità agli interventi sul nodo ferroviario di Torino e sul Servizio ferroviario metropolitano, invece di perseguire l’obiettivo di una inutile nuova linea ad AV Torino-Lione”.

Nell’Italia centrale il Wwf chiede, in Toscana, “la razionalizzazione degli interventi infrastrutturali puntando sull’aeroporto di Pisa invece che sugli scali minori di Peretola (Firenze) e Ampugnano (Siena) e sul potenziamento a 4 corsie della SS1 Aurelia tra Rosignano e Civitavecchia invece che sull’Autostrada Tirrenica”. Nel Lazio, per gli ambientalisti sarebbe invece gradito “un ripensamento su quegli interventi infrastrutturali che, se realizzati, avranno un pesante impatto sul paesaggio, su aree sottoposte a vincoli naturalistici, culturali, archeologici e idrogeologici” quali il Corridoio intermodale Roma-Latina, l’aeroporto ed il porto di Fiumicino.

Nel sud il Wwf chiede alla Basilicata di “sospendere la concessione di ulteriori permessi di ricerca ed estrazione petrolifera e avviare immediatamente il monitoraggio ambientale della Val d’Agri”, oltre a “istituire” il parco regionale dei Calanchi. Alla Calabria rinnovati gli inviti a “fuoriuscire dalla Stretto di Messina spa” e “opporsi al ponte sullo Stretto”. In Puglia, infine, si chiede l’approvazione di piani per “affrontare e risolvere le criticità ambientali relative agli insediamenti industriali di Brindisi-Cerano e Taranto-Ilva” e, allo stesso tempo, costituire un sistema informatizzato in rete con le Province e gli Enti gestori delle aree naturali protette per la pianificazione e la corretta gestione integrata dei Siti Natura e della aree protette.