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Un portavoce Nato: “La desertificazione può portare alle guerre climatiche”

15 giugno 2010 0 commenti

DESERT ADVENTURECosa succederà se la desertificazione del Nordafrica avrà una accelerazione? Ci sarà una migrazione di massa alla ricerca di terreni fertili e l’Italia “sarà in prima linea”. Lo afferma Alexandrios Papaioannou, intervenuto a nome della Nato, ad un convegno al Senato su clima e sicurezza, organizzato dal vicepresidente del Copasir Giuseppe Esposito.

Papaioannou definisce la guerra nel Darfur come “la prima guerra climatica” ed ipotizza altri scenari: “Nel Medio Oriente il conflitto fra arabi ed israeliani non sarà per Gerusalemme, ma per l’accesso all’acqua. Il lago sotterraneo che fornisce l’acqua a Gaza potrebbe diventare presto un lago salato, a causa dell’innalzamento del Mediterraneo”.

Altro scenario degli studi Nato riguarda il Nilo. “Decine di milioni di egiziani – dice Papaioannou – vivono grazie alle acque del Nilo. Cosa succederà se Uganda, Etiopia e Sudan cominceranno a prendere più acqua? L’Egitto andrebbe sicuramente in guerra”.

Il relatore ha anche ammesso che la Nato è ancora organizzata in funzione della minaccia sovietica “che non c’è più. Siamo quasi inesistenti per quanto riguarda la capacità di gestire crisi umanitarie. Dobbiamo aumentare la nostra capacità di protezione civile. Mi dispiace – conclude Papaioannou – che il rapporto sul futuro della Nato da qui al 2020 dedichi solo 5 righe ai cambiamenti climatici”.

Vinicio Pelino, studioso dei cambiamenti climatici per il Centro nazionale di meteorologia e climatologia dell’Aeronautica militare, conferma: “È assodato che il pianeta si scalda con l’aumento di emissioni di CO2. Nonostante il protocollo di Montreal, resta il buco nell’ozono nell’emisfero sud e la temperatura autunnale del Mediterraneo è in salita”.

Giuseppe Esposito, vicepresidente del Copasir, è soddisfatto per avere riunito «le eccellenze» di Asi, Esa, Aeronautica militare e Nato per discutere di clima e sicurezza.

“La climatologia – dice Esposito – serve a programmare la nostra vita futura. Alcuni esperti dicono, ad esempio, che presto sarà più conveniente raccogliere il grano a maggio-giugno piuttosto che a giugno-luglio come si fa adesso”.