Home » Redazione Ecquo » energia, Inquinamento, Mare »

Tutti pensano al Golfo del Messico, ma la vera ‘marea nera’ è nel Delta del Niger. E nessuno ne parla

17 giugno 2010 0 commenti

USA GULF OIL SPILLDa quasi due mesi ormai si parla quotidianamente della catastrofe ambientale nel Golfo del Messico. Ma nessuno presta attenzione a quanto avviene nel frattempo nel Delta del Niger, in Nigeria, dove da decenni falle petrolifere di diverse dimensioni riversano nell’acqua barili e barili di petrolio, nell’indifferenza generale.

Secondo alcune stime, l’equivalente del greggio riversato in mare dalla Exxon Valdez insozza ogni anno, da cinquant’anni, le acque del Delta del Niger. Questo scrive oggi, in apertura, il New York Times, riportando lo stupore della popolazione locale nel vedere il presidente da loro tanto ammirato, Barack Obama, spendere così tante energie per la catastrofe causata dalla piattaforma petrolifera della Bp sulle coste americane.

“Il presidente Obama si preoccupa solo di quello”, commenta costernato un amministratore locale, “qui, nessuno si preoccupa di quanto accade a noi. La vita acquatica della nostra gente sta morendo”, continua, in riferimento non solo alla moria delle specie ittiche e dell’ecosistema in generale, ma anche alle ripercussioni sull’attività economica dei pescatori e di tutta la popolazione. La regione del Delta del Niger contribuisce per l’80% circa alle entrate della Nigeria, ma gli abitanti non godono di alcun beneficio anzi, l’aspettativa di vita nella regione è la più bassa del Paese.

Per fornire dei termini di paragone, il New York Times spiega come le stime della fuoriuscita di greggio dal pozzo della Deepwater Horizon siano di 2,5 milioni di galloni di greggio al giorno. Nell’ultimo mezzo secolo, nel Delta del Niger, si calcola si siano riversati nelle acque circa 546 milioni di galloni, pari a 11 milioni di galloni all’anno (secondo un rapporto del 2006).
Nel 1989 la Exxon Valdez scaricò nelle acque dell’Alaska circa 10,8 milioni di greggio.