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Palermo, l’Amia: “Nei pozzi nessuna traccia di percolato”

22 giugno 2010 0 commenti

Rifiuti - discaricaL’Amia, l’azienda di igiene ambientale del Comune di Palermo, stretta tra l’emergenza Bellolampo e le inchieste giudiziarie, e attualmente in regime commissariale, smentisce che nei pozzi vi siano tracce di inquinamento da percolato, la ‘marea nera’ su cui galleggia la discarica del capoluogo. Le attività di analisi si sono concluse ieri e sono state condotte sia su campioni di acqua prelevati da quattro pozzi sia su due campioni di percolato.

Il contenuto del verbale delle operazioni peritali sottoscritto dai consulenti tecnici del pubblico ministero e di parte, oltre che dal laboratorio di Torino presso il quale si sono svolte, evidenzia che, riferisce l’Amia, tutti i valori risultano inferiori ai limiti di potabilità delle acque dei pozzi, fatta eccezione in due casi per la consistenza dei Nitrati, da sempre associati a fenomeni di contaminazione locale di origine fecale, da cui l’uso irriguo degli stessi.

Tutti i metalli, compresi boro e bario, sono riscontrati in concentrazioni compatibili con l’uso potabile (es Boro massimo microg/litro 97,3 a fronte di un limite di mille) “e non sono, per qualità e quantità – ribadiscono i vertici dell’azienda – utilizzabili come indicatori di una provenienza da percolato di discarica”.

Tutte le attività eseguite dal laboratorio utilizzato hanno avuto un carattere meramente qualitativo, senza determinazione del margine di incertezza delle misure. Ad esempio per l’accertamento della presenza degli Ipa (fluorene, fenantrene…) la prova “in bianco” effettuata su un campione di acqua pura (deionizzata) ne ha evidenziato “una presenza addirittura maggiore rispetto a quella dei campioni dei pozzi”; il Cod, rilevato sempre inferiore al limite di 5 ml/l tranne in un caso (6 ml/l), non è risultato comunque significativo, poichè la misura mostra una incertezza superiore al 100%.

“I risultati ottenuti dalle analisi effettuate presso il laboratorio di Torino non evidenziano pertanto elementi di inquinamento dei pozzi analizzati riconducibili al percolato della discarica”, conclude l’Amia. Resta l’inchiesta della procura di Palermo per disastro doloso e inquinamento delle acque del suolo e del sottosuolo contro il sindaco Diego Cammarata, gli ex vertici dell’azienda e alcuni funzionari e tecnici.