Milano, con il caldo torna l’allarme ozono
Con il caldo arrivano gli sforamenti dell’ozono. Sono bastati un paio di giorni di temperature relativamente alte infatti per far schizzare le centraline che misurano il gas nocivo. E dunque è di nuovo allarme ozono in Lombardia. In regione pare non esserci via di uscita: in inverno il Pm10 ammorba l’aria, in estate è l’ozono ad insidiare le vie respiratorie. I prossimi giorni, secondo le previsioni Arpa, la situazione sembra destinata a peggiorare: mentre nel week end sono scattati i primi sforamenti della soglia di attenzione, oggi e domani potrebbe essere valicata anche la soglia di allarme fissata a 240 microgrammi per metrocubo, con caldo e afa che aggraveranno il disagio per le vie respiratorie”. E’ quanto sottolinea Legambiente. Complice la circolazione atmosferica di tipo estivo, spiega l’associazione, l’inquinamento della Pianura Padana migra a Nord, verso laghi e monti prealpini: e così ieri a vedersela peggio sono stati gli abitanti di Colico dove le analisi dell’Arpa hanno registrato una concentrazione di ozono di 213 mg/mc, ben oltre la soglia di attenzione di 180 mg/mc. A Valmadrera nei giorni scorsi si sono toccati picchi di 200 mg/mc e lo stesso è successo a Nibionno (Lc), a Merate ozono a 188 mg/mc. Alte le concentrazioni anche a Meda e Carate Brianza (MB). Pessima l’aria anche a Milano e provincia. A Cormano ieri si registravano 196 microgrammi per metrocubo, 192 ad Arconate, 187 a Trezzo d’Adda e 186 a Pioltello. Anche chi ha passato il weekend nelle strade del capoluogo lombardo ha respirato male: la centralina di via Pascal ha fatto registrare 181 mg/mc. Soglia di attenzione raggiunta e superata anche in provincia di Varese e nell’area del Sempione con Saronno a 191 mg/mc e Varese a 186. Il gas tossico ha superato la soglia di allarme anche a Lodi, Calusco (Bg) e a Erba (Co).
Sono complessi i meccanismi di fisica atmosferica e di trasporto di inquinanti alla base della ricorrente emergenza ozono, prosegue Legambiente, ma le cause primarie restano legate all’inquinamento da traffico: sono infatti le concentrazioni atmosferiche di idrocarburi incombusti (COV) e di ossidi di azoto (NOX) dei gas di scarico di auto, tir e aeroplani che, in presenza di forte irraggiamento solare, innescano le reazioni fotochimiche il cui prodotto finale è l’ozono, gas estremamente dannoso per le vie respiratorie. Da qui l’aumento di casi di asma e di patologie bronchiali croniche, soprattutto nelle fasce più a rischio: bambini, anziani e sportivi. Così, anche chi pensa di tenersi in forma praticando sport all’aria aperta si espone a seri rischi respiratori. “L’appuntamento estivo con questo pericoloso inquinante ci ricorda, ancora una volta, la necessità di azioni strutturali per ridurre il traffico stradale – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia – Fintanto che la politica infrastrutturale della Regione continuerà a produrre progetti di nuove strade e aeroporti, non potrà esservi alcun miglioramento: ormai tutte le estati la nube di ozono staziona sul grande ingorgo da traffico dell’area metropolitana estesa tra Milano e le Prealpi lariane: situazioni di caldo e afa persistente possono rendere la situazione estremamente critica, perchè l’ozono è un forte agente aggressivo delle mucose respiratorie. I pedaggi delle autostrade regionali basteranno a pagare le cure a bronchi e polmoni dei cittadini lombardi?”. Unico consiglio per ridurre i danni: non uscire nelle prime ore del pomeriggio. Infatti le concentrazioni atmosferiche di ozono aumentano nel corso della giornata per effetto dell’insolazione. Per l’attività fisica all’aperto, l’ora migliore è di buon mattino.