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Estrazione di petrolio al largo della costa abruzzese: gli inglesi non mollano

14 agosto 2010 0 commenti

Ombrina mare

 

“La societa’ britannica Mediterranean Oil & Gas plc sta studiando diverse modalita’ per poter sviluppare il giacimento denominato Ombrina Mare” _ al largo della costa abruzzese tra Ortona e S.Vito Chetino _ dopo il decreto legislativo col quale il Governo Berlusconi ha vietato le attivita’ di trivellazione nel raggio di cinque miglia dalla costa.

Il giacimento Ombrina Mare, sito all’interno del perimetro di cinque miglia, ha riserve provate e probabili per 40 milioni di barili di petrolio. La societa’ britannica, oltre a precisare che “non e’ ancora chiaro se il decreto vietera’ l’ulteriore sviluppo del giacimento”, ha sottolineato che “sta valutando alcune deroghe al decreto per consentire lo sviluppo del campo” e ha annunciato che “prendera’ in considerazione un ricorso contro il decreto governativo qualora fosse rigettata una valutazione ambientale su Ombrina Mare”.

Il ministro dell’Ambiente Stafania Prestigiacomo ha proposto a luglio il divieto di trivellazioni nel raggio di 5 miglia dalla costa italiana e di 12 miglia dalle aree protette dopo il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della British Petroleum sita sul giacimento Macondo nel Golfo del Messico.

Mediterranean sta inoltre “valutando la possibilita’ di sviluppare Ombrina Mare utilizzando altre modalità”, cioè presubilmente accedere al giacimento da una trivellazione posta oltre la fascia di rispetto. A luglio, gli analisti hanno suggerito la possibilita’ di effettuare perforazioni dall’esterno della zona di esclusione, ma hanno anche osservato che in questo caso i costi di sviluppo sarebbero aumentati.

Una seconda societa’, Petroceltic International PLC, quotata a Dublino, e’ stata investita dagli effetti della nuova legge visto il suo campo denominato Elsa e’ sito entro il limite delle cinque miglia.