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Marea Nera: il dipartimento di Giustizia Usa chiede i danni alla Bp

15 settembre 2010 0 commenti

La marea neraIl dipartimento di Giustizia americano ha deciso di citare in giudizio Bp per i danni provocati dall’esplosione nel Golfo del Messico della sua piattaforma per la trivellazione in mare aperto, Deepwater Horizon, lo scorso 20 aprile. Lo rivela una corte distrettuale di New Orleans.

Gli avvocati del dipartimento di Giustizia fondano la loro accusa sull’Oil Pollution Act, la legge approvata dopo il disastro ambientale causato dalla petroliera Exxon Valdez in Alaska, nel 1990; e sul Clean Water Act, la legge che prevede un risarcimento per ogni barile di greggio versato. Il governo americano vuole ottenere risarcimenti per i danni all’ambiente e per le perdite economiche, come l’aumento dei costi dei servizi pubblici e la riduzione delle entrate fiscali provocate dall’incidente.

Certo è che la reale portata dei danni è ancora tutta da verificare. I ricercatori dell’Università della Georgia hanno trovato una strato di greggio spesso 5 centimetri su ampi tratti del fondale del Golfo del Messico. Sono smentite così le dichiarazioni rassicuranti del governo americano, secondo cui gran parte del petrolio fuoriuscito dopo l’incidente del 20 aprile scorso fosse disperso o recuperato dalla Guardia Costiera. “Mi aspettavo di trovare petrolio”, dice Samantha Joye, uno dei responsabili dell’indagine, “certo non così tanto”. Lo strato di petrolio infatti era così spesso che sotto sono stati trovati dei gamberi morti e altre specie marine. Non tutti gli scienziati però concordano con la Joye. Secondo le loro teorie, moltissimo petrolio filtrerebbe ogni anno nel Golfo del Messico, e gli effetti dell’incidente Bp non dovrebbero fare una grossa differenza. E sarebbe interessante verificare se questi scienziati “ottimisti” hanno mai ricevuto finaziamenti dall’industria petrolifera…