Progetto Nuova Vita: resuscitiamo vecchi pc per chi ne ha bisogno
di Massimiliano De Cinque
Per stare al passo si è invogliati a comprare il nuovo pc, più bello, più veloce, è una corsa già persa in partenza, tra solo pochi anni sarà obsoleto e si avrà la necessità di sostituirlo. Ma che fine fanno tutti questi pc immessi nel mercato ogni anno e come vengono smaltiti? Ad oggi la situazione è drammatica, in Italia nel 2009 sono stati raccolti 193.000 tonnellate di RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), circa 3,21 Kg procapite. Ne abbiamo prodotti oltre un milione. Il grosso problema è che smaltire i raee comporta un costo enorme per la società, in termini economici e di risorse sottratte al pianeta.
Questo è uno dei motivi per cui quasi l’85% di questi rifiuti vengono mandati nei paesi del terzo mondo da persone con pochi scrupoli, si fanno beffa delle leggi internazionali (Convenzione di Basilea) e tutto viene bruciato per ricavarne metalli preziosi quali oro, argento, rame, alluminio, ferro. Per recuperare questi metalli vengono impiegati, nel mondo, migliaia di bambini che entrano a contatto con i fumi delle plastiche bruciate, la diossina è solo una delle sostanza rilasciate…molti bambini si ammaleranno…e non avranno mai le cure necessarie.
A questo si aggiunge l’inquinamento di terra, aria, acqua, mari. Un problema che di anno in anno si aggrava e a cui bisogna porre rimedio. Una soluzione è il riciclo, se ne sente parlare tanto, ogni giorno, ma si fa ancora troppo poco…e male. Ci si ritrova quindi con una montagna di computer, a volta perfettamente funzionanti, con l’unica “colpa” di essere proppo vecchi, ma l’unica soluzione è davvero rottamarli e riciclarli? Quanto ci costa?
A mio avviso ci possono essere tante alternative, come ad esempio fornirli a scuole primarie e secondarie che sono sprovviste di aule informatiche per i bambini, a maggior ragione considerando che anch’esse sono toccate dal decreto legge 112/2008, il cui articolo 64 prevede un piano triennale di razionalizzazione del sistema di istruzione (2009-2011), oppure utilizzare questi pc per iniziative sociali verso le fasce più deboli. Sul sito del mio comune il Sindaco scrive: “nell’era della multimedialità, un Comune che guarda al futuro, non poteva privarsi del modo più rapido ed efficace di rapportarsi con la cittadinanza rappresentato da Internet. Questo sito rappresenta uno strumento importante per parlare con i cittadini, farsi conoscere, entrando così nelle case di tutti…” Ma l’accessibilità è davvero alla portata di tutti?
I nostri anziani, spesso soli, come fanno se non hanno un pc? Chi insegna loro ad usarlo? Viene da se che se invece di smaltire un pc, lo si rigenera e gli si da ancora qualche anno di vita (da qui il nome Nuova Vita) potremmo assolvere impegni sociali salvaguardando l’ambiente. Inoltre negli obiettivi principali c’è quello di utilizzare software open sourse, oltre che per un problema di licenze anche per il fatto che insegnarlo fin dalle scuole primarie porta a sviluppare un senso di comunità e di bene comune, insegnarlo fin da bambini andrebbe nella direzione giusta parlando di politiche dell’educazione.
Ho creato il gruppo Progetto Nuova Vita su Facebook che nel giro di pochi mesi ha accolto centinaia di sostenitori, sono arrivate decine di richieste per donare pc, monitor e altro hardware, sia da privati che da associazioni oltre che offerte di collaborazione da persone di ogni età, con competenze diverse, mosse dallo stesso spirito. Dalla generosità di un sostenitore è nato il blog e il sito(www.progettonuovavita.it), registrandosi è possibile ricevere informazioni sui punti di consegna più vicino alla propria residenza (tra questi c’è anche una rivendita di pane), vogliamo creare una vasta rete di punti di raccolta e dei punti di stoccaggio a cui potranno attingere i gruppi che nasceranno dalla nostra iniziativa, in questo senso abbiamo già diverse richieste da tutta Italia.
Per quanto riguarda i punti di stoccaggio stiamo aspettando delle risposte dalle Amministrazioni contattate, che purtroppo non arrivano o temporeggiano (ci sono state di mezzo le ferie estive), nel frattempo alcuni sostenitori hanno messo a disposizione cantine e garage in attesa di un luogo più appropiato per stoccare il materiale donato, stiamo lavorando ognuno nelle proprie abitazioni per realizzare i progetti in corso (aule informatiche nelle scuole primarie, corso di informatizzazione usando i pc rigenerati, donazioni a persone in condizioni economiche disagiate) e stiamo pianificandone altri anche fuori Italia (abbiamo delle richieste per delle aule informatiche per un’università senegalese e suora Simona ci scrive dal Camerun per fornire dei pc alla sua missione).
L’ultimo pc è stato donato ad una bambina (8 anni) di Busto Arsizio (VA) che vive in una situazione disagiata, il suo papà ha abbandonato la famiglia quando la mamma era incinta del fratellino, un paio d’anni fa, lasciandoli soli e senza fonti di reddito in quanto lavorava solo lui. Ora abitano in una piccola casa di corte, troppo piccola anche per loro e la mamma si arrangia come può, certo trovare un lavoro sarebbe auspicabile, ma chi si occuperebbe dei figli? Saputo della sua situazione da amici, ho donato loro un pc che la bambina potrà usare per imparare, proprio come i suoi compagni di classe più fortunati.
E’ una piccola cosa, certo, ma pensare che ho potuto farlo con un computer destinato ad una delle tante discariche mi spinge a una riflessione: quante famiglie bisognose si potrebbero aiutare portando avanti il progetto in tutta Italia? Certamente un aiuto dalle istituzioni ci aiuterebbe non poco, ma per adesso che abbiamo trovato solo porte chiuse, stringiamo i denti e cerchiamo di farcela con le nostre forze investendoci tempo e un po’ di soldi, ma sappiamo di essere ripagati da un senso di soddisfazione enorme per ogni pc donato. Il progresso nel settore tecnologico ha permesso di ottenere prodotti sempre più veloci a un costo sempre più basso, questo incentiva la produzione di tutto il comparto elettronico. In particolar modo, il fenomeno è accentuato nei pc, i sistemi operativi e i software rilasciati con una frequenza sempre maggiore, richiedono risorse hardware che un computer di qualche anno non ha più.