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Acna di Cengio, bonifica finita. O forse no

13 ottobre 2010 0 commenti

acna

”Oggi e’ una giornata storica. Abbiamo portato a conclusione la bonifica di un sito inquinato da oltre cento anni”.  Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, arrivando a Cengio, in provincia di Savona, insieme al capo della Protezione civile Guido Bertolaso per partecipare a un incontro insieme ai presidenti della Regione Liguria, Claudio Burlando, e della Regione Piemonte, Roberto Cota, con lo scopo di illustrare la fine della bonifica delle aree contaminate dall’ex fabbrica Acna. Presente anche il commissario delegato Giuseppe Romano.  

La fabbrica inizio’ la sua produzione di nitroglicerina, dinamite e polvere pirica nel 1982 per chiudere il ciclo produttivo nel 1999 inquinando in maniera estesa. Da allora e fino ad oggi e’ stata messa a punto la bonifica per liberare il territorio della Val Bormida dai veleni prodotti in centodieci anni.  ”Le bonifiche – ha detto Prestigiacomo – non sono investimenti a perdere” e per quanto riguarda la procedura di infrazione Ue in merito alla bonifica il ministro ha detto: ”Abbiamo dimostrato di essere credibili. Si tratta di una bonifica storica”.

“La bonifica delle aree inquinate tra Liguria e Piemonte dall’ex fabbrica Acna di Cengio e’ un esempio di federalismo virtuoso” ha sostenuto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, durante l’incontro a Cengio che ha sancito la fine della bonifica in Val Bormida.  ”Dopo Seveso – ha detto Bertolaso – questa di Cengio e’ stata la bonifica piu’ importante. Un lavoro imponente e un intervento mirabile ma – ha aggiunto – non possiamo dimenticare le forti tensioni tra Piemonte e Liguria”.

Ma gli ambientalisti non sono convinti che sia stato fatto davvero tutto quello che era necessario fare. Alcuni membri del gruppo Rinascita Valbormida sono riusciti ad avvicinare il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che oggi era all’Acna di Cengio insieme al responsabile della protezione Civile, Guido Bertolaso, e ai presidenti delle Regioni Liguria e Piemonte, al termine dell’incontro sul completamento della bonifica.  ”Al ministro – hanno spiegato gli ambientalisti – abbiamo presentato tutte le nostre preoccupazioni sugli interventi di bonifica del sito chimico. Ci chiediamo come mai la Provincia di Savona ci abbia voluto nascondere alcuni documenti relativi agli interventi effettuati. Ci sono aree,come quella dei Balzaretti, che secondo noi non sono state affatto oggetto della bonifica e per questo motivo siamo fortemente preoccupati”. Le associazioni hanno anche inviato una lettera aperta per chiedere al ministro dell’Ambiente piu’ attenzione e coinvolgimento sul caso delle ex aree Acna.
 ”Abbiamo fondato motivo di ritenere che siano a Lei giunte informazioni – scrivono gli ambientalisti – non del tutto esatte. Quello che viene presentato come un quadro rassicurante e di felice conclusione di un percorso avviato dal 1999, in realta’ e’ meno esaltante. Cio’ del resto, non stupirebbe, considerato l’atteggiamento che l’ufficio commissariale ha assunto a partire dalla seconda meta’ del 2005”.   ”Le popolazioni della Valle Bormida, ossia i veri danneggiati dall’inquinamento secolare derivante dagli stabilimenti di Cengio – scrivono le associazioni ambientaliste – sono state progressivamente escluse da ogni informativa e reale partecipazione ai procedimenti amministrativi. Ora stanno lentamente emergendo le conseguenze di questa gestione. Sappiamo che la Provincia di Savona avrebbe rilasciato una certificazione di conformita’ dei lavori eseguiti ai progetti di bonifica approvati per un’area della Zona A2, con provvedimento dirigenziale del 15 gennaio 2010. Con questo vorrebbero far credere che tutto oramai e’ a posto”.   ”E’ opportuno ricordare, invece – si legge nella lettera – che la certificazione di avvenuta bonifica puo’ essere rilasciata solo dopo aver constatato che non esista piu’ un rischio per l’ambiente e le persone. Aver eseguito i lavori in conformita’, dunque, non prova null’altro che l’ordinaria conduzione di un cantiere. Rimangono, invece, senza risposta le domande che stanno a monte di un intervento di bonifica”.