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Frane, esondazioni, morti. Treno deraglia. Il Centronord ancora in ginocchio per il dissesto idrogeologico

1 novembre 2010 0 commenti

esondazionePiove e l’Italia va ancora in crisi: morti, dispersi, fiumi che esondano, frane. Un tragico copione che si riiete ad ogni odata di maltempo. I danni pià gravi si registrano nella Toscana nord occidentale dove piogge abbondanti cadono da sabato.

Ieri sera, intorno alle 22.45, un pezzo di collina si è staccato abbattendosi su tre abitazioni a Lavacchio, in provincia di Massa Carrara. Sotto il fango i Vigili del Fuoco hanno estratto questa mattina i corpi di Nera Ricci, 39 anni, e del figlioletto Mattia Guadagnucci, di appena 2 anni. A Lavacchio, fango, detriti e tronchi d’albero hanno distrutto un’abitazione e poi hanno colpito altre tre case. Sotto le macerie della prima casa sono rimaste la donna e il figlio, che stavano guardando la televisione, mentre il marito della donna, che era sulla porta di casa, si è salvato, rimanendo leggermente ferito. Salva anche la figlia 16enne della coppia; la ragazza ieri sera si trovava fuori casa per una festa con gli amici.

Sempre nel Comune di Massa, nel paese di Mirteto, ieri sera intorno alle 20 si è staccata un’altra frana, che ha travolto un uomo di 45 anni, Aldo Manfredi, che stava cercando di difendere la sua casa dall’acqua e dal fango. L’uomo è trascinato dai detriti, venuti a valle con un costone di colline del Candia. I vigili del fuoco lo stanno cercando da ieri sera e scavano nel fango con le mani, perchè nella zona non riescono a intervenire i mezzi meccanici. Nella zona sono state evacuate altre cinque abitazioni e sono diverse le segnalazioni di smottamenti e frane in tutta la provincia.

COLPITO DURAMENTE LO SPEZZINO

Frane, smottamenti e piccoli allagamenti in Liguria per il maltempo che da due giorni ha colpito la regione. La situazione più critica si registra nello Spezzino dove il fiume Magra è ai livelli di guardia e i suoi affluenti sono tracimati. Anche il fiume Vara è straripato in più punti. Sulle alture della Spezia, in frazione Isola, alcune famiglie sono state evacuate nella notte perché le loro abitazioni erano minacciate da movimenti franosi. Disagi anche per la viabilità con diverse strade interrotte da smottamenti, tra cui la via di collegamento con Portovenere. Decine, in tutta la provincia, gli interventi di vigili del fuoco e volontari della protezione civile per frane, alberi pericolanti e piccoli allagamenti. Nel capoluogo è stata sospesa per alcune ore l’erogazione di acqua potabile a causa di problemi alla condotta principale.

Frane e smottamenti anche nel resto della regione ed in particolare nel Savonese. Allagamenti di negozi e scantinati sono segnalati nella zona compresa tra Albenga e Finale Ligure. Anche sulle alture dei quartieri genovesi di Voltri e Sestri Ponente si sono registrati due piccoli smottamenti e vengono costantemente monitorati i principali torrenti cittadini anche per ora non c’è il rischio di esondazioni.

IL LOMBARDIA ESONDANO SEVESO E LAMBRO

Nel pieno della notte il Seveso e il Lambro sono usciti dagli argini. Il fiume Seveso, in particolare, e’ tracimato alla 2.30, ma e’ rientrato poco dopo e ora si trova al livello massimo, all’altezza dell’ultima soglia. Una situazione che potrebbe tramutarsi in emergenza di ora in ora, quindi, data l’intensita’ delle piogge che continuano a cadere. Il Lambro e’ esondato alle 3.30, allagando via Licata, all’interno del Parco Lambro, dove e’ rimasta temporaneamente isolata la comunita’ di recupero Exodus. Prosegue, quindi, lo stato di allerta per Vigili del Fuoco e Protezione Civile , anche perche’ le previsioni meteorologiche, almeno per le prossime 24 ore, indicano il persistere del maltempo. Il Seveso e il Lambro da anni provocano periodicamente danni nel capoluogo lombardo. Il 18 settembre scorso l’esondazione del Seveso causo’ pesanti problemi e costrinse per giorni alla chiusura di alcune fermate della metropolitana.

Sempre in Lombardia è stata chiusa la corsia sud della strada statale 36/dir, nel territorio comunale di Lecco, per il sollevamento della pavimentazione all’interno della galleria ‘Giulià dovuto alle abbondanti precipitazioni che da ieri stanno interessando la Lombardia. Il personale Anas è presente sul posto. Sempre a causa del maltempo, è stata chiusa la Nuova Strada Anas 188, nel territorio comunale di Villanuova sul Clisi (Brescia), per l’allagamento della galleria ‘Seriolà. Come percorso alternativo è possibile utilizzare l’ ex strada statale 237. Sul posto è intervenuto il personale dell’Anas e dell’impresa di manutenzione. Si attende il supporto dei Vigili del Fuoco. L’Anas raccomanda prudenza nella guida e ricorda che l’informazione sulla viabilità e sul traffico è assicurata tramite il sito Anas www.stradeanas.it ed il numero telefonico unico «Pronto Anas» 841-148.

DERAGLIA UN TRENO IN LIGURIA, 6 FERITI LIEVI

Un treno regionale, proveniente da Torino e diretto a Ventimiglia, è deragliato per una frana tra Ospedaletti e Bordighera, in provincia di Imperia. Secondo quanto riferito dai sanitari del 118, che sono intervenuti sul posto con 2 automediche e 4 ambulanze, nell’incidente, avvenuto poco prima delle 13, sarebbero rimaste ferite 6 persone, 4 delle quali sono state trasportate in codice giallo in ospedale per traumi e contusioni. Altri passeggeri sarebbero rimasti leggermente contusi durante il deragliamento ma hanno rifiutato di farsi accompagnare in pronto soccorso e sono stati curati sul posto.

ANCHE NEL VICENTINO E IL VERONESE FRANE ED ESONDAZIONI. UN DISPERSO, POI RITROVATO

Un mare d’acqua si e’ rovesciato sul Veneto, messo in ginocchio dalle piogge alluvionali degli ultimi due giorni e dalle esondazioni dei fiumi nel vicentino e nel veronese.  La regione e’ tagliata in due: l’autostrada A4, sommersa dalle acque dell’Alpone, e’ chiusa dalla prima mattinata tra Vicenza e Verona. Potrebbe restare bloccata almeno fino a domani. Le carreggiate dell’arteria che attraversa da est a ovest il Veneto sono sommerse da 60 centimetri d’acqua, trasformate in un grande lago. Proprio la chiusura della A4, e con le conseguenti code formatesi per le uscite obbligatorie, e’ alla base di un incidente mortale avvenuto all’altezza di Soave (Verona). Una Porsche, il cui conducente non si era accorto della coda, e’ piombata sulle vetture ferme in colonna, uccidendo una donna su una Fiat Punto.  Molti sono gli sfollati. Un migliaio solo nei paesi del veronese lambiti dall’Alpone e dall’altro fiume esondato, il Trampigna. Tutta gente che ha trovato riparo nei palazzetti dello sport di San Bonifacio e Soave. Centinaia sono anche le persone fatte evacuare dalle loro case a Vicenza. Nel capoluogo berico c’e’ la situazione piu’ drammatica: la citta’ e’ paralizzata dall’esondazione del fiume Bacchiglione, che ha allagato circa il 30% del capoluogo. L’acqua non ha risparmiato il Teatro Olimpico, gioiello architettonico del Palladio, sommergendo gli scantinati. Il Bacchiglione e’ entrato nelle strade del centro storico e ha reso inaccessibili tutti gli accessi nevralgici alla citta’. Il sindaco, Achille Variati, ha diramato un appello ai cittadini a non usare le auto per alcun motivo, e intanto domani tutte le scuole rimarranno chiuse.
Migliaia di sacchi di sabbia sono stati messi a protezione delle aree piu’ esposte, come l’ingresso dell’ospedale San Bortolo.

 Peggio ancora e’ andata a Caldogno, dove l’esondazione del Bacchiglione ha scaricato un mezzo e metro di acqua sul paese. Qui si e’ temuta la tragedia. Un uomo, sceso nella cantina di casa proprio mentre il fiume straripava, era stato dato per disperso. L’hanno ritrovato sano e salvo i vigili del fuoco poche ore dopo. L’uomo, un cinquantenne, era riuscito a spostarsi in tempo, rimanendo pero’ bloccato dalla forza della corrente. I pompieri l’hanno tratto in salvo con un mezzo anfibio. Frane e smottamenti provocati dalla pioggia sono segnalti nel vicentino un po’ ovunque. La massa d’acqua scaricatasi al suolo nella fascia pedemontana veneta in 48 ore e’ impressionante: le centraline di Recoaro Terme e Castana (Vicenza) hanno segnato quantitativi cumulati di circa 350 millimetri di pioggia. Gli allagamenti hanno messo in crisi anche i collegamenti ferroviari: dal pomeriggio sono interrotte le linee Vicena-Schio e Vicenza-Treviso.  I danni materiali causati dal maltempo in Veneto sono ingenti, nell’ordine di diversi milioni di euro.   Difficile capire quando la situazione potra’ tornare alla normalita’ soprattutto per la viabilita’. Tutta la zona tra Vicenza e Verona est e’ al collasso. La strada regionale 11 e’ stata chiusa e riaperta piu’ volte. La Polstrada, che con i vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile sta lavorando incessantemente dalla scorsa notte, ha istituito tutta una serie di deviazioni obbligatorie sulla A4, perche’ tutti i caselli tra padova e Vicenza sono chiusi. I percorsi alternativi, per chi e’ diretto a nord, portano ad un lungo giro che dalla A4 porta gli automobilisti sulla A13, la A14 e infine il rientro sulla A22 del Brennero.

LIVELLO PO SALITO DI 2.5 METRI IN UN GIORNO

Il livello del idrometrico del fiume Po è salito di quasi 2,5 metri in un solo giorno per effetto delle precipitazioni. A sottolinearlo è la Coldiretti che lancia l’allarme di «un pericolo per il territorio nazionale dove sette comuni italiani su dieci sono considerati a rischio per frane ed alluvioni su una superficie di oltre 21mila chilometri quadrati». All’elevato rischio idrogeologico in Italia, prosegue la nota, «non è certamente estraneo il fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, è stato sottratto all’agricoltura che interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27% negli ultimi 40 anni. La maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi è la conferma dei cambiamenti climatici in atto anche in Italia dove si stanno manifestando tra l’altro sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge. Si tratta di una situazione – conclude la Coldiretti – che è destinata a influenzare la vita dei cittadini, ma anche il comportamento della natura e con esso l’esercizio dell’attività agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio».