Home » Redazione Ecquo » Apertura, energia, Industria »

Nucleare: la Consulta boccia le tre leggi regionali anticentrali

13 novembre 2010 0 commenti

 

La centrale nucleare di Caorso

La centrale nucleare di Caorso

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le leggi regionali con cui Puglia, Basilicata e Campania avevano vietato l’installazione sul loro territorio di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi.

La decisione – secondo quanto appreso dall’ANSA da fonti qualificate – e’ stata presa in una delle ultime camere di consiglio dei giudici costituzionali e le motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni.  Secondo la Consulta le tre leggi regionali che in assenza di un’intesa tra Stato e Regioni precludono il proprio territorio all’installazione di impianti nucleari violano specifiche competenze statali. In particolare, le norme di Puglia, Basilicata e Campania sono state bocciate perche’, in riferimento ai depositi di materiali e rifiuti radioattivi, avrebbero invaso la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente (art.117, secondo comma, lettera s). Mentre per quanto riguarda l’installazione di impianti di energia nucleare  sarebbe stata lesa la competenza esclusiva dello Stato in materia di sicurezza (art.117, secondo comma, lettere d e h).  

In base al ragionamento dei giudici costituzionali, se le Regioni ritengono giustamente necessaria un’intesa con lo Stato per l’installazione degli impianti allora possono impugnare le leggi statali dinanzi alla Consulta e non, come invece hanno fatto Puglia, Basilicata e Campania, riprodurre con legge regionale le situazioni che considerano piu’ corrette.

E la decisione rinfocola il dibattito tra filoncleari e antinucleari. “La Consulta ha ribadito un principio e fatto chiarezza: la competenza in materia di ambiente e sicurezza è dello Stato” sottolinea il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, secondo la quale ”le leggi regionali, frutto di pregiudizio ideologico, sono state bocciate confermando la validita’ dell’impostazione del governo ed il percorso indicato per il ritorno dell’Italia alla produzione di energia da fonte nucleare”. Per la Prestigiacomo, inoltre, la decisione della Consulta ”rafforza l’impegno del governo di procedere adesso velocemente per consentire al nostro Paese di utilizzare una forma di energia pulita e sicura, essenziale per migliorare la nostra autonomia energetica ed il nostro bilancio ambientale”.   E non nasconde il sollievo il presidente del ‘Forum nucleare italiano’, Chicco Testa, che accoglie la ”buona notizia per la politica energetica che e’ un interesse nazionale”, e vede prevalere il ”buon senso nel Paese”. 

 Il Pd, per voce di Ermete Realacci e Roberto Della Seta, dice che bisogna rispettare la Consulta ma anche la volonta’ dei cittadini: e’ ”impossibile pensare che si possa decidere su questioni di tale delicatezza contro la volonta’ delle regioni e dei cittadini”. 

 Sinistra e Libertà non polemizza con la Consulta ma confida nel referendum e anche l’Italia dei Valori ”rispetta la sentenza della Consulta ma ribadisce il proprio no alla realizzazione di centrali nucleari nel Paese” e ricorda che il suo presidente Antonio Di Pietro “vuole dare la parola ai cittadini e ha promosso un referendum contro un’energia che rimane obsoleta e pericolosa”.  Lo stop al nucleare ci sara’ comunque, secondo il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che dice: ”per il nucleare il governo non ha previsto alcuna copertura finanziaria”.  Pur prevalendo il ”pieno rispetto” della decisione della Corte costituzionale, dalla Regione Puglia l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro annuncia la”tutela del diritto alla salute dei cittadini pugliesi con tutti i mezzi”. Secondo il presidente della Basilicata Vito De Filippo la sentenza non escluderebbe il diritto delle Regioni a una concertazione preventiva. ”All’occorrenza – annuncia il governatore lucano – siamo pronti a percorrere anche l’impugnazione della legge dello Stato, come qualsiasi altra strada utile a riaffermare le volonta’ della nostra gente”.