Il sindaco di Bari: “Sposteremo i valori edificabili: mai più ecomostri a Punta Perotti”
“Sono pronto a rispondere a una convocazione degli uffici della presidenza del Consiglio dei Ministri insieme alle parti confiscate per delineare l’accordo di programma – ha detto il sindaco di Bari Michele Emiliano – per chiudere la partita. Il Comune di Bari si fa parte attiva per trovare una soluzione definitiva. La storia di Punta Perotti è stata già troppo lunga. La vicenda è complessa -ha spiegato il sindaco – e non coinvolge direttamente il Comune di Bari. Quello che è certo è che noi non possiamo consentire che sull’area del parco di Punta Perotti si possa ancora edificare”.
“Siamo disponibili – ha proseguito Emiliano – a trovare un accordo con i soggetti confiscati e con lo Stato per spostare questi valori edificabili in altre aree. Se l’accordo non dovesse essere trovato è chiaro che interverremo con una variante di inedificabilità. Il simbolo della rinascita non solo di Bari ma di tutta l’Italia non può essere cancellato da norme contraddittorie e da sentenze che vanno contro il comune sentimento delle persone”. Per il presidente nazionale dei Verdi per la Costituente ecologista Angelo Bonelli, l’abbattimento di Punta Perotti “ha rappresentato una vittoria notevole nelle politiche di tutela ambientale e paesaggistica italiana. La lotta alla cementificazione selvaggia e l’impegno per la tutela dell’ambiente e del paesaggio non deve avere battute d’arresto in particolare nel Mezzogiorno d’Italia”.
L’Italia ha bisogno una legislazione più severa e più controlli per prevenire gli abusi edilizi e per tutelare in modo efficace il nostro territorio, troppo spesso vittima di scempi gravissimi”. Infuria la polemica nel mondo politico e tra gli ambientalisti dopo la decisione del Gup del tribunale di Bari di revocare la confisca dei terreni di Punta Perotti, l’ecomostro costruito sul lungomare di Bari nel 1995 e poi demolito nell’aprile 2006 dalla Giunta del sindaco Michele Emiliano.
Se la restituzione dell’area incassa il plauso dei costruttori, la decisione viene contrastata dal Pd, dai Verdi e dalle associazioni ambientaliste. “La restituzione delle aree arbitrariamente ed illegittimamente confiscate – scrivono in una nota congiunta le società Sudfondi, Iema e Mabar che fanno capo ai costruttori Matarrese, Andidero e Quistelli – va considerata come un primo parziale risarcimento dei gravissimi danni patiti a cui dovrebbe seguire, in base alla legge 102/2009, la liquidazione da parte dello Stato degli ulteriori danni sulla base dell’attuale destinazione urbanistica dell’area di Punta Perotti”. In prima linea contro la revoca della confisca il sindaco Emiliano, che difende la scelta del Comune. »Della demolizione di Punta Perotti sono orgoglioso – ha detto il primo cittadino – senza quel gesto non saremmo stati credibili: la demolizione è stata legittima e doverosa”.
“Ho quasi la certezza – ha aggiunto Bonelli – che abbiamo a che fare con una corsa contro il tempo per evitare che su Punta Perotti, dopo questa decisione, ci sia una nuova colata di cemento”, sottolinea Bonelli. Per questo, conclude, “chiediamo alla Regione Puglia di intervenire immediatamente con lo strumento urbanistico del piano paesaggistico regionale, vincolando l’area”. Contrario alla restituzione dell’area ai costruttori anche Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd. “Rispetto la decisione della magistratura su Punta Perotti, come un nuovo atto di una vicenda lunga e complessa – ha detto Realacci – Quel che è certo è che l’area dove sorgeva la saracinesca di Punta Perotti deve rimanere inedificabile, un parco verde contro l’illegalità, un simbolo della lotta contro tutti gli ecomostri che hanno deturpato e ancora deturpano le nostre coste. Qualunque passo indietro sarebbe un brutto segnale al paese”.
Di diverso parere invece Rocco Palese, capogruppo Pdl alla Regione Puglia. “Far pagare di tasca loro ai cittadini il giustizialismo ideologico, l’ostinazione giudiziaria, l’ideologia anche a dispetto della legge, è un tratto distintivo della sinistra che certamente accomuna il sindaco Emiliano e il presidente Vendola – ha detto l’esponente del Pdl – La sentenza di oggi, che peraltro Emiliano preannuncia su Facebook di voler impugnare, conferma che su questa vicenda sono stati fatti un sacco di pasticci, lievitati con la fretta elettorale di fare della vicenda Punta Perotti un cavallo di battaglia elettorale, una bandiera ideologica in cui avvolgere, purtroppo, tutta la città di Bari”.
Auspica un’intesa sulla vicenda invece il deputato europeo di Fli, Salvatore Tatarella. «Bari è stanca di polemiche e contrapposizioni – ha detto – Mi auguro che sia giunta finalmente l’ora di una ‘pace sociale’ e che proprietari, imprese, progettisti e istituzioni riescano a mettersi intorno a un tavolo per trovare un’intesa, che sani definitivamente una ferita, che ha lacerato la città per lunghi anni». Dal canto loro le associazioni ambientaliste, con Wwf e Legambiente in testa, fanno fronte comune. “La revoca della confisca dei terreni di Punta Perotti, paradossalmente coerente con il tormentato e tortuoso iter giuridico che ha caratterizzato l’intera vicenda, pone il problema del futuro di quell’area che,deve rimanere assolutamente inedificabile – ha sottolineato il Wwf – escludendo definitivamente ogni possibilità di ricostruzione”.
“La revoca della confisca dei suoli su cui sorgeva l’ecomostro di Punta Perotti ci allarma – hanno detto Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, e Marino Spilotros, presidente del Circolo di Bari – Chiediamo al Comune di Bari di porre in essere tutte le iniziative possibili, anche attraverso compensazioni in termini di suoli o volumetrie in altre aree della città, per evitare che su quell’area verde, diventata oggi simbolo della legalità e della tutela dell’ambiente, si ritorni a costruire”. “Auspichiamo che le società costruttrici Sudfondi, Mabar e Iema siano disponibili a venire incontro alle esigenze di un’intera città, ma anche dell’Italia, dal momento che il Paese intero si è mobilitato contro quello scempio edile – hanno concluso i due ambientalisti – Noi difenderemo, se necessario, con nuove battaglie l’area di Punta Perotti da nuove cementificazioni visto che, finalmente, dopo tanti anni, si è trasformata in un parco verde attrezzato e frequentato da centinaia di famiglie”.