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Legambiente: il 2011 sarà l’anno nero dei pendolari

14 dicembre 2010 0 commenti

pedolariIndiaI tagli del Governo mettono a rischio «tracollo» il trasporto ferroviario trasformando il 2011, «con tutta probabilità», nell’«anno nero». La denuncia arriva dal dossier ‘Pendolarià di Legambiente, secondo cui «verranno tagliati 154 treni a lunga percorrenza (su 600)», mentre, per quanto riguarda il servizio ferroviario pendolare, mancheranno «800 milioni di Euro rispetto al 2010, ossia il 45% delle risorse necessarie per garantire un servizio, già in molti casi carente».

Secondo il rapporto, giunto alla quinta edizione, a fronte di un settore in crescita, con 2milioni 700mila persone che prendono ogni giorno il treno (+11,5% in tre anni), dal 2002, per quanto riguarda strade e autostrade, attraverso la Legge Obiettivo, sono stati finanziati complessivamente interventi per oltre 35 miliardi di Euro. «I Governi che si sono succeduti in questi anni hanno premiato per il 70% gli investimenti in strade e autostrade, a scapito delle reti metropolitane (16% del totale), e soprattutto delle linee ferroviarie, con il solo 13,7% degli investimenti totali», attacca il dossier.

«Questo Governo ha fatto scelte sbagliate e irresponsabili sul trasporto pendolare – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Non solo ha cancellato i 1.215 milioni di Euro dei trasferimenti alle Regioni per il fondo del servizio ferroviario, ma ha anche soppresso la norma contenuta nella Finanziaria 2008, che consentiva alle Regioni di trattenere una quota dell’accisa sul gasolio per il servizio ferroviario locale a partire dal 2011». Per Cogliati Dezza, questo porterà all’aprirsi di una «stagione gravissima per il settore mentre i finanziamenti per gli autotrasporti e le autostrade, nonostante la tanto ostentata crisi economica, non sono mancati nemmeno in questa Finanziaria. Eppure, in un periodo difficile per tante famiglie, la possibilità di utilizzare mezzi collettivi rappresenterebbe un modo per ridurre i costi di spostamento oltre che un miglioramento significativo della qualità della vita nelle città congestionate».

Legambiente sottolinea poi come il ministero delle Infrastrutture sia riuscito ad ottenere circa 400 milioni per l’autotrasporto e oltre 1 miliardo e 200 milioni per nuove strade e autostrade, nonostante il trasporto su gomma sia responsabile di oltre il 20% delle emissioni di CO2 prodotte nel nostro Paese, con una tendenza in costante crescita. «L’Italia – recita il dossier – è l’unico Paese in Europa che finanzia strade e autostrade con risorse pubbliche che sono doppie rispetto a quelle per previste per le ferrovie nazionali e regionali. Ed è questa la ragione per cui il servizio ferroviario pendolare in Italia ha standard così distanti dal resto dei Paesi europei». Per Legambiente, poi, anche guardando alle risorse da reperire (e quindi ancora indisponibili) «il discorso non cambia: manca il 61% dei fondi per le ferrovie a fronte del 30% che mancano per le strade». Un atteggiamento comune fra Roma e le Regioni, cui la Riforma Bassanini ha trasferito i poteri in materia di servizio ferroviario locale: anche a livello locale si continua «a privilegiare la strada a danno della ferrovia, sia in termini di spesa per le infrastrutture che per le risorse assegnate al servizio ferroviario pendolare».

Nell’ultimo anno soltanto la Provincia Autonoma di Bolzano è riuscita ad investire più dell’1% per i pendolari. Tra le Regioni a Statuto ordinario quella ad aver stanziato più risorse per il 2010 è la Campania con lo 0,64% del proprio bilancio, grazie soprattutto ad uno stanziamento pari a 77 milioni di Euro per acquistare nuovi treni e per il revamping di quelli esistenti. Un risultato in crescita è quello della Puglia che con 60 milioni di Euro per il finanziamento di nuovi treni per le Ferrovie del Sud Est (FSE) e Ferrovie Appulo Lucane (FAL) porta la propria spesa sul bilancio allo 0,61% dl bilancio. La Regione che con più continuità e successo sta investendo nel servizio ferroviario pendolare è la Toscana, che arriva allo 0,56% del bilancio, mentre «in negativo va segnalato il Veneto, che come lo scorso anno stanzia lo 0,04% del proprio bilancio e continua a ignorare le oltre 140 mila persone che ogni giorno prendono il treno», mentre «si commenta da sola la situazione di Umbria e Sicilia che nel 2010 non hanno stanziato nemmeno un euro per i pendolari».