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Invasione delle specie aliene, Genovesi: “Dannose per ambiente ed economia”

21 dicembre 2010 0 commenti

biodiversitàLe conseguenze dell’invasione in Europa di specie ‘aliene’ sono gia’ molto pesanti per l’economia, ma il peggio deve ancora venire. Lo hanno scoperto alcuni ricercatori europei fra cui l’italiano Piero Genovesi dell’Ispra, secondo cui fra l’arrivo di una pianta o un animale e gli effettivi danni ambientali possono pasare anche 100 anni. Lo studio, pubblicato dalla rivista Pnas, ha esaminato 10 gruppi tassonomici di 28 paesi europei. I ricercatori hanno selezionato tre fattori predittivi delle attivita’ socio-economiche legate alle invasioni (densita’ della popolazione umana, PIL pro capite, e quota delle esportazioni sul PIL). Sulla base di questi parametri lo studio ha quindi dimostrato che la ricchezza di specie alloctone presenti nei diversi paesi e’ spiegato meglio dai dati socio-economici del 1900 che non da quelli del 2000.

“Questo vuol dire – spiega Genovesi – che gli effetti che vediamo adesso, sia economici che per la biodiversita’, sono dovuti ad errori fatti decenni fa. Un esempio e’ la nutria, importata per la pelliccia negli anni ‘50 e che ora e’ diventata uno dei problemi piu’ gravi e onerosi per l’ambiente. Le attuali politiche quindi causeranno impatti solo fra qualche decennio”. Secondo i ricercatori questi risultati implicano che oltre a intervenire subito sugli errori conosciuti occorre essere pronti ad individuare le possibili minacce future il prima possibile: “Un argomento ‘caldo’ in questo periodo ad esempio sono i ‘pets’, gli animali esotici da compagnia molto di moda negli ultimi anni come i serpenti. Solo ora si cominciano ad avvistare in natura, mentre in altri paesi come in Florida hanno gia’ provocato danni enormi”. Se le ultime stime parlano di un costo per l’Europa di 12 miliardi di euro l’anno a causa delle specie invasive e’ impossibile fare previsioni sul futuro: “Quello che si puo’ dire e’ che la tendenza e’ a un aumento – conclude Genovesi – anche perche’ l’impatto delle specie invasive gia’ presenti finora e’ stato limitato e potrebbe crescere nei prossimi anni”.