Il cardinale Turkson: per l’Africa gli ogm rischiano di essere un nuovo schiavismo
”Perche’ costringere il contadino africano ad acquistare seme prodotto in altre terre e con altri mezzi? Mi sorge il dubbio che dietro ci sia il solito gioco della dipendenza economica da mantenere a ogni costo”. In un’intervista all’Osservatore Romano, in cui traccia un bilancio del suo primo anno alla guida del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il cardinale ghanese Peter K. A Turkson, esprime forti dubbi sul fatto che l’uso degli ogm possa contribuire a risolvere il problema della fame.
Anzi, per Turkson, questa ”dipendenza economica” ”si profila come nuova forma di schiavismo”. ”Effettivamente, soprattutto in Africa, alcune multinazionali cercano e trovano il consenso di vescovi locali per diffondere l’uso di questi organismi”, spiega il capo-dicastero vaticano. ”Da parte mia, credo che la vera questione non sia quella di schierarsi a favore o contro gli ogm. Bisognerebbe riuscire a capire che se a un contadino africano si da’ la possibilita’ di seminare su un terreno fertile – non distrutto, devastato o avvelenato dallo stoccaggio di rifiuti tossici – egli avra’ alla fine la possibilita’ di cogliere il frutto del suo lavoro, mettendo anche da parte una scorta di semente tale da provvedere alla seminagione naturale dell’anno successivo”.
Secondo il porporato, ”non ci sarebbe bisogno di nessuna ingegneria genetica. E in questo modo il contadino non si vedrebbe obbligato a comprare ogm dall’estero”. Sempre secondo Turkson, per quanto riguarda l’Africa, ”e’ quasi impossibile applicare tecniche di produzione agricola in terreni sfruttati dissennatamente e senza alcun rispetto per la conservazione dell’ambiente naturale. Per cercare e per estrarre petrolio, oro o minerali preziosi custoditi nel sottosuolo africano le multinazionali provocano danni enormi: scavano crateri, devastano campi e foreste irreparabilmente”. ”E cosi’ – conclude – ogni speranza di coltivare quei terreni diviene aleatoria. Anche se si ricorresse alle tecniche di ingegneria genetica applicate alle piante”.