Il gup di Bari: i suoli dove sorgeva Punta Perotti tornano ai costruttori. Nuove lottizzazioni in vista?
I suoli dove sorgeva Punta Perotti, complesso edilizio abbattutto nel 2006, devono tornare ai costruttori. Lo ha deciso il gup del tribunale di Bari Antonio Lovecchio. La decisione sulla restituzione dei terreni nasce da una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha ritenuto la confisca dei suoli una sanzione arbitraria perche’ gli imputati sono stati assolti a conclusione del processo per lottizzazione abusiva. Le tre societa’ costruttrici cui andrebbero restituiti i suoli sono le imprese costruttrici Sudfondi, Mabar e Iema riconducibili alle famiglie Matarrese, Andidero e Quistelli.
Il gup Lovecchio con la decisione odierna scioglie la propria riserva sull’immediata esecutivita’ dell’ordinanza con la quale egli stesso il 15 novembre scorso ha disposto la revoca della confisca dei terreni: la nuova decisione e’ stata presa perche’ il Comune di Bari – che contro la restituzione ai proprietari e’ ricorso alla Corte di Cassazione – ha chiesto nelle scorse settimane al gip di sospendere l’ordinanza di novembre di restituzione dei terreni. Il Comune di Bari ha motivato il ricorso prospettando un danno economico di due milioni di euro, il denaro impegnato per la costruzione – sui terreni che vengono ora restituiti – del Parco Punta Perotti. Il Comune paventa anche il rischio che i terreni possano essere venduti o riedificati. ‘’I rischi paventati in ricorso – scrive il gup – appaiono astratti ove si consideri che a distanza di oltre due mesi dall’ordinanza, di otto mesi dalla sentenza della Cassazione e di due anni da quella della Corte europea, nessuna concreta iniziativa e’ stata assunta dalle imprese e il parco continua ad essere curato dall’ autorita’ comunale e fruito dai cittadini’’.
Il giudice aggiunge anche, a proposito del danno economico, che sarebbe ‘’piu’ cospicuo’’ il danno ai contribuenti se dovessero pagare il risarcimento ai costruttori anche per la mancata restituzione. ‘’Il provvedimento di sospensione – scrive al riguardo il gup, riportando la posizione dell’Avvocatura dello Stato – determinerebbe entro fine mese una decisione della Cedu (Corte europea dei diritti umani, ndr) che liquiderebbe alle imprese il danno materiale derivante dalla compressione dei loro diritti’’. Che Punta Perotti non fosse una costruzione abusiva lo stabili’ anche la Cassazione nell’ottobre ‘97, quando gia’ restitui’ ai proprietari gli immobili che erano stati sequestrati. La magistratura barese, due anni dopo, assolse otto persone tra costruttori e progettisti, ma dispose la confisca del complesso per violazioni ambientali e l’abbattimento.
LE REAZIONI
“Io personalmente e la mia amministrazione rimaniamo assolutamente contrari ad ogni ipotesi di riedificazione nell’area di Punta Perotti, dove oggi sorge il più grande parco urbano della città’’. Lo ribadisce il sindaco di Bari, Michele Emiliano, il quale in una nota ringrazia il presidente Berlusconi per aver confermato pubblicamente la “piena legittimità” dell’abbattimento di Punta Perotti che rimane un atto di obbedienza della città di Bari alla legge n.308 del 2004 art. 32, voluta dallo stesso Presidente del Consiglio”.
‘’Si tratta di un’area – ricorda Emiliano – sottoposta a tutela paesaggistica che, tuttavia, ha un indice di edificabilità elevatissimo, pur dovendosi rispettare una distanza dal mare di 300 metri, il che provocherebbe la costruzioni di torri di altezza incompatibile con la tutela del paesaggio medesimo’’. ‘’E’ questa la ragione per la quale – ricorda Emiliano – l’Amministrazione Comunale, senza danno per i privati proprietari, al fine di tutelare la costa, è disponibile a spostare (e sposterà in ogni caso) quei volumi inedificabili in altre aree indicate dai soggetti confiscati chiedendo in cambio il mantenimento della destinazione a parco dell’attuale area restituita’’. ‘’Ho accolto la richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri di rinunciare al ricorso per Cassazione per favorire la composizione bonaria della vicenda davanti alla Corte di Strasburgo e comunque in ossequio – fa presente Emiliano – al principio di leale collaborazione scritto dalla Costituzione della Repubblica italiana. In questo modo sarà più facile – conclude – evitare che l’Italia subisca una condanna a risarcimento dei danni a causa della illegittima confisca”.