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Inquinamento ambientale alla miniera di Pasquasia, indaga la procura di Enna

28 gennaio 2011 0 commenti

PasquasiaLa procura di Enna indaga sull’inquinamento ambientale alla miniera di Pasquasia e sulla catena di responsabilità che avrebbero determinato un elevatissimo rischio per l’ambiente e la salute. Una fascicolo sulla cui esistenza gli inquirenti hanno dato notizia solo dopo che è già stata effettuata una ispezione alla quale ha partecipato il sostituto procuratore Marina Ingoglia con gli uomini della Digos e del Nucleo operativo del Corpo forestale di Enna. Le ipotesi di reato sono inquinamento e omessi interventi di bonifica a tutela della salute. Durante il sopralluogo, gli uomini del Gabinetto di Polizia scientifica della Questura di Enna hanno realizzato un’ingente documentazione fotografica e video. L’inchiesta sarebbe partita dopo notizie di stampa su un sabotaggio che aveva determinato la perdita di migliaia di litri di olio dielettrico, altamente cancerogeno, e sull’inerzia degli enti cui era stato segnalato il caso, quali Provincia, Arpa, Azienda sanitaria, prefettura, comune di Enna, assessorato all’Energia e Distretto minerario.

La dispersione risale al 3 dicembre scorso. Il responsabile della miniera aveva sporto denuncia ai carabinieri che avevano trasmesso la segnalazione in Procura. L’inchiesta potrebbe estendersi alle responsabilità per la presenza di diverse tonnellate di amianto e di altre sostanze altamente tossiche, mai bonificate. Il sostituto Ingoglia ha disposto prelievi di campioni sui terreni le acque, all’interno e all’esterno della miniere, per accertare il livello di contaminazione e la natura delle sostanze inquinanti. Si teme che le fibre di amianto si siano disperse anche nell’acqua. Intanto la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del’ingegnere Pasquale La Rosa, consegnatario dei siti minerari dismessi, e quindi anche di Pasquasia, funzionario del dipartimento regionale dell’Energia. A La Rosa, che aveva denunciato la dispersione dell’olio segnalandola alle autorità che a tutt’oggi non sono intervenute, la Procura contesta di non avere provveduto alla rimozione e smaltimento dell’Eternit e dei rifiuti speciali pericolosi quali fusti, bidoni e sacchi. I reati contestati al funzionario regionale sono omissione di atti d’ufficio, attività di gestione di rifiuti non autorizzata e crollo colposo di costruzioni.