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Rifiuti in Campania: 14 arrestati. Tra loro Catenacci e Marta Di Gennaro

28 gennaio 2011 0 commenti

depuratoreRisparmiare denaro e guadagnare tempo per risolvere l’emergenza rifiuti di quegli anni in Campania. Sarebbe stato anche per questo, secondo gli inquirenti di Napoli che hanno portato avanti l’indagine che oggi è sfociata in 14 arresti in diverse città, che tra l’inizio 2006 e la fine del 2007 in Campania era stato deciso di ‘far sparire’ il percolato prodotto nelle discariche regionali utilizzando depuratori che si sapeva non essere idonei. Con il risultato che i liquami finivano dritti in mare, così come erano inquinando ineri tratti di litorale.

Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile ed il prefetto Corrado Catenacci, ex commissario ai rifiuti della Regione Campania sono tra gli arrestati nell’ambito dell’operazione eseguita in varie zone d’Italia dai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) e dalla Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli. Ai due e’ stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari.

Tra gli altri arrestati l’ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente Gianfranco Mascazzini (ai domiciliari), nonchè Claudio Di Biasio, anche lui già processato per ‘Rompiballè, e il dirigente del settore Ecologia della Regione Campania Mario Lupaccchini.

Le accuse sono di associazione per delinquere, truffa e reati ambientali. Tra le 38 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta ci sono anche l’ ex presidente della Regione Antonio Bassolino, l’ex assessore regionale Luigi Nocera e l’ex capo della segreteria politica di Bassolino, Gianfranco Nappi.

L’indagine, durata fino al luglio 2010 e prosecuzione di quella conclusa nel maggio 2008 – nota con il nome di ‘Operazione Rompiballe‘, che ha portato all’arresto di 25 indagati per traffico illecito di rifiuti – e’ stata sviluppata mediante attivita’ tecniche, nonche’ riscontri documentali, che hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ex uomini politici, professori universitari, dirigenti della pubblica amministrazione e tecnici delle strutture commissariali che si sono avvicendati al Commissariato per l’emergenza rifiuti della Regione Campania dal 2006 al 2008.

Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente – arrestato nell’ambito dell’operazione contro reati ambientali, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – e’ commissario in Abruzzo per la gestione di 40 milioni di euro finalizzati a interventi per far fronte al rischio idrogeologico. La nomina dell’ingegnere – di competenza ministeriale – era stata comunicata lunedi’ scorso dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, nella presentazione dell’accordo di programma quadro tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione relativo al rischio idrogeologico.