Tracce (minime) di Iodio 131 in venti italiani rientrati a Firenze dal Giappone
Venti persone persone di ritorno dal Giappone (componenti del Maggio Musicale Fiorentino e privati cittadini) si sono finora presentate nei due centri dedicati degli ospedali di Firenze-Careggi e Pisa. E delle 14 che si sono presentate a Careggi (di cui 10 componenti del Maggio Fiorentino), 11 hanno mostrato piccole tracce di Iodio 131, quantità che, secondo gli esperti di Careggi, non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista clinico. Nessuna positività, al momento, per le 6 di Pisa, sulle quali però sono stati fatti solo gli accertamenti radiometrici esterni (i risultati degli esami delle urine sono attesi per lunedì).
«Le dosi rilevate – spiega il professor Giampaolo Biti direttore della radioterapia di Careggi – sono inferiori di un migliaio di volte a quella che viene somministrata giornalmente nelle migliaia di pazienti che in tutto il mondo sono sottoposti all’esame della tiroide con scintigrafia (30 microCurie) ed almeno centomila volte inferiore alle somministrazioni di iodio 131 effettuate a scopo terapeutico per ipertiroidismo (5 milliCurie). E la letteratura internazionale consolidata da oltre mezzo secolo non ha mai osservato in coloro che sono stati sottoposti a indagini sulla tiroide od a terapie per ipertiroidismo effetti collaterali gravi o tumori radio indotti. Queste quantità si riducono progressivamente, fino a sparire nel giro di 120 giorni».
Nell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, a partire dal 16 marzo ad oggi sono stati eseguiti esami sulla raccolta di urine delle 24 ore per la rilevazione di contaminazione radioattiva relativi a 14 cittadini, di cui 10 del Maggio Fiorentino provenienti dal Giappone e specificamente dall’area di Tokyo. «Di questi – precisa il dottor Cesare Gori, direttore della Fisica sanitaria di Careggi – 11 (8 fra i componenti del Maggio e 3 altri cittadini) controllati mostrano piccole tracce di iodio 131, con valori non superiori a 40 Becquerel».
«Queste differenze – spiega il professor Alberto Pupi direttore della medicina nucleare di Careggi – pur su livelli complessivi minimi di radioattività, dipendono dal momento del prelievo delle urine rispetto al momento in cui l’individuo è venuto in contatto con lo Iodio 131. Ad esempio, se nelle urine dopo 5 giorni dalla inalazione dello Iodio 131 è presente 1 Becquerel, nella tiroide il giorno della inalazione, erano presenti circa 1.300 Becquerel, pari a 30 nanoCurie (miliardesimi di Curie)». «Tutte le persone risultate positive – conclude Valter Giovannini, direttore sanitario di Careggi – saranno contattate e inserite in specifici protocolli di controllo che prevedono un monitoraggio nelle prossime settimane in relazione ai risultati delle indagini. Siamo quindi di fronte a una situazione che non ha aspetti di rilevanza dal punto di vista clinico e che quindi per adesso esaminiamo unicamente sotto il profilo sanitario».