Giappone, contaminazione da iodio radioattivo a 30 chilometri al largo di Fukushima
Scienziati giapponesi hanno individuato tracce di iodio 131 e di cesio 137 in campioni di acqua di mare prelevati a 30 chilometri dalla terraferma. Una distanza notevolissia quindi, alla quale dovrebe esserci già una importante diluizione.
Lo ha reso noto stasera l’Aiea, l’Agenzia dell’Onu per il nucleare. ”Le concentrazioni di iodio erano al limite, o al di sopra del limite di sicurezza stabilito dalle autorita’ nipponiche mentre i livelli di cesio erano ben al di sotto”, ha aggiunto l’Aiea. I campioni sono stati raccolti il 22 e il 23 marzo scorsi al largo della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, l’impianto gravemente danneggiato dal sisma e dal maremoto che hanno colpito il Giappone.
Da notare che vicino alla centrale l’inquinamento da jodio 131 è passato da 127 volte a 147 volte i limiti di legge e resta oltre i limiti anche quello del cesio 134 e del cesio 137, mentre sono stati rilevati anche altri radionuclidi, sebbene a livelli sotto le soglie limite. Migliora invece la sitazione nell’acqua di Tokio, dove era stato rilevato iodio 131.