Home » Redazione Ecquo » Apertura, energia, Inquinamento »

Nube (presunta) radioattiva, sull’Italia nessun effetto

24 marzo 2011 0 commenti

nuclearNube radioattiva?Ma quando mai. I

n Italia non si evidenziano anomali dei livelli di radioattività dopo l’incidente di Fukushima. Il passaggio  delle masse d’aria provenienti dal Giappone non ha portato con sè radionuclidi, almeno in maniera rilevabile. E’ quanto evidenzia l’Ispra, secondo le rilevazioni aggiornate alle 20.00 di ieri.

I risultati delle misure giornaliere effettuate ”non hanno evidenziato anomalie rispetto a quanto rilevato precedentemente all’incidente”. L’Ispra ricorda inoltre che, a seguito dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, ha richiesto, sin dal 12 marzo 2011, ai soggetti della rete delle Agenzie regionali e delle province autonome per la protezione dell’ambiente di intensificare le misure di particolato atmosferico allo scopo di monitorare l’andamento di una eventuale presenza anomala di radioattivita’ in aria riconducibile all’incidente. Attualmente si stanno effettuando misure giornaliere con particolare riguardo alla presenza degli isotopi Cesio 137 e Iodio 131. La dispersione dei rilasci di radioattivita’ dalla centrale giapponese, spiega l’Ispra, ”sin dall’inizio dell’evento, ha risentito delle traiettorie dei venti che, su larga scala, hanno interessato prevalentemente l’area orientale e nord orientale, verso l’oceano Pacifico e gli Stati Uniti”. Nel loro movimento le masse d’aria vanno ”gradualmente depauperandosi del contenuto iniziale di radioattivita’, per cui si ritiene che, giunte in Europa, avranno una concentrazione di radioattivita’ estremamente bassa, a livelli tali da risultare difficilmente rilevabile con i normali sistemi di misura, e comunque da ritenersi non rilevanti dal punto di vista radiologico”.

E non è solo l’Ispra a dirlo. Al riguardo, l’Environmental protection agency statunitense, utilizzando sistemi di rilevamento estremamente sofisticati, ha nei giorni scorsi stimato che i livelli di radioattivita’ in aria risultano talmente bassi da comportare per un individuo della popolazione una dose dell’ordine di centomila volte inferiore a quella normalmente ricevuta dalla radioattivita’ naturale. Comunicazioni in tal senso sono fornite anche dall’Autorita’ di sicurezza nucleare e dall’Istituto di sicurezza nucleare e di radioprotezione francesi. L’Autorita’ per la Radioprotezione dell’Islanda, grazie a sistemi molto sofisticati, in grado di rilevare anche concentrazioni di radioattivita’ ampiamente al di sotto dei valori che possono comportare un rischio sanitario per la popolazione, hanno rilevato tracce di Iodio 131 ritenute dall’Autorita’ stessa dell’ordine di un milionesimo di volte inferiori a quelle misurate in Europa a seguito dell’incidente di Chernobyl e che non comportano alcun rischio per la salute.