Biossido d’azoto e pm 10: l’Emilia Romagna chiede deroga all’Ue
Il 2015 puo’ sembrare lontano, ma di una cosa la Regione Emilia-Romagna e’ certa fin da ora: non riuscira’ per quella data a rispettare i parametri sulla qualita’ dell’aria imposti dall’Europa.
Tant’e’ che si e’ gia’ attivata per chiedere a Bruxelles una deroga per i valori del biossido d’azoto e una proroga sulle Pm10. In una delibera approvata il 14 marzo, infatti, la giunta di viale Aldo Moro ammette che “i dati rilevati dalla rete regionale di monitoraggio della qualita’ dell’aria hanno evidenziato in varie aree del territorio il superamento dei valori limite” per i due elementi. E la situazione non e’ destinata a migliorare: “I dati
rilevati dalle reti di monitoraggio della qualita’ dell’aria e le stime effettuate con i modelli matematici di scenario” evidenziano “per molte zone del paese, compreso il territorio della Regione Emilia-Romagna, l’impossibilita’ di rispettare i valori limite” sul biossido d’azoto fissato in una direttiva europea del 2008. Per questo, il coordinamento nato in seno al ministero dell’Ambiente, e di cui fanno parte Regioni, Anci e Upi, ha deciso di “procedere alla notifica alla Commissione europea della richiesta di proroga del termine per il conseguimento dei valori limite fissati per il biossido”. Ed e’ sempre il coordinamento che ha acquisito tutti gli elementi necessari per procedere con la notifica, “in particolare gli scenari emissivi, energetici e di qualita’ dell’aria, nonche’ i piani, programmi e misure attivate a scala nazionale, regionale e locale per la riduzione” dell’inquinante.
“Sappiamo- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Sabrina Freda– che ci sono situazioni per cui difficilmente si riuscira’ a rispettare i parametri europei”. Ma la Regione, da sola, non puo’ fare tutto: “Serve un piano nazionale”, afferma infatti Freda riferendosi in particolare all’area della pianura padana “che e’ quella maggiormente in sofferenza”. Necessita’ riportata anche nella delibera che cita tutti gli accordi regionali e locali per il
risanamento dell’aria per concludere che non sono da soli sufficienti “a conseguire gli obiettivi al 2015″ nelle zone emiliano-romagnole piu’ critiche. “Nel bacino padano- sottolinea Freda- la dispersione degli inquinanti e’ molto piu’ difficile”, senza contare che si tratta di un’area fortemente produttiva e con numerose infrastrutture. Ecco perche’, secondo l’assessore, senza un piano nazionale non si fanno molti passi avanti. “E sicuramente- lamenta- se si minacciano tagli al trasporto pubblico locale la situazione non migliora”.
Ma quante possibilita’ ci sono che l’Europa accetti le richieste dell’Italia? “Dipende da come percepisce l’impegno del nostro Paese”, risponde Freda. In caso di rifiuto “scatteranno le sanzioni”.
Ma per sapere come andra’ a finire “i tempi potrebbero essere lunghi- conclude l’assessore- ci vorranno come minimo mesi”.