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Scorie radioattive, Greenpeace critica l’Europa: rischio di sostanze nocive scaricate in mare

28 marzo 2011 0 commenti

radiazioniLa proposta della Commissione europea di interrarre le scorie radioattive, in depositi geologici profondi, secondo Greenpeace presenta una serie di rischi, dovuti semplicemente alla mancanza di conoscenze adeguate. In un rapporto, gli ambientalisti criticano infatti l’idea di una barriera ‘’naturale’’ che possa resistere per tempi cosi’ lunghi come quelli dei rifiuti del nucleare, perche’ le basi scientifiche e l’esperienza concreta di una soluzione del genere sono ancora scarse.

Secondo il rapporto, c’e’ il rischio che avvengano incidenti di vario genere che potrebbero portare ad un rilascio di sostanze radioattive nelle falde acquifere o in mare, per secoli. Le ipotesi possibili sono varie: si va dalla corrosione accelerata dei sistemi di contenimento allo sviluppo di gas e surriscaldamento con cedimento della camera di stoccaggio. Un altro rischio è quello di possibili reazioni chimiche inattese, oppure di incertezze sulle caratteristiche geologiche del sito, senza dimenticare possibili terremoti e interferenze umane.

Anche se i modelli informatici che analizzano questi fenomeni sono diventati sempre piu’ sofisticati, rimangono delle difficolta’ nel determinare processi complessi, inclusi effetti di calore, deformazione meccanica, microbi e flusso di acqua o gas nelle fratture della roccia, per un arco di tempo tanto lungo. In particolare, una maggiore comprensione delle reazioni chimiche viene considerato ‘’essenziale’’ per valutare l’idoneita’ di un sito, così come l’opportunità di usare rame, acciaio o bentonite come materiali di contenimento delle sostanze radioattive, per comprendere lo sviluppo di meccanismi di corrosione e gli effetti di calore e radiazioni.