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Chernobyl, indagine di Greenpeace: 25 anni dopo, i prodotti agricoli sono ancora contaminati

7 aprile 2011 0 commenti

chernobylA 25 anni di distanza dal disastro di Cernobyl, una nuova ricerca di Greenpeace in Ucraina rileva alti livelli di contaminazione radioattiva in molti alimenti di base, come latte e funghi. A marzo 2011, infatti, gli esperti di radiazioni di Greenpeace hanno raccolto e analizzato 114 campioni di prodotti alimentari nelle aree di Rivnenska Oblast e Zhytomyrska Oblast e, per confronto, in varie località nell’area di Kiev. I campioni sono stati acquistati nei mercati locali o ottenuti dai contadini.  Il rapporto di greenpeace potete trovarlo QUI.

In un villaggio della regione di Rivnenska, Greenpeace ha trovato concentrazioni di Cesio-137 che nel 93% dei campioni di latte analizzati eccedono di un fattore compreso tra 1.2 e 16.3 volte i livelli previsti per i bambini in Ucraina.   “Le nostre analisi – spiega Iryna Labunska, esperta di Greenpeace International – hanno riscontrato alti livelli di radioattività, dovuti alla catastrofe di Cernobyl, in molti campioni di alimenti. I livelli di contaminazione più alti sono stati rinvenuti in alimenti di base come  latte e funghi. In numerosi casi i livelli di cesio radioattivo eccedono i limiti previsti dalla legislazione ucraina”.

In Ucraina, 18.000  chilometri quadrati di terreni agricoli sono stati contaminati in seguito all’esplosione di Cernobyl e si stima che il 40% dei boschi, pari a una superficie di 35.000 km2 , siano contaminati. Negli anni successivi all’incidente nucleare, il governo ucraino ha effettuato regolarmente analisi dei prodotti alimentari provenienti dalle aree contaminate, rendendone pubblici i risultati. Tuttavia, negli ultimi due anni questo tipo di monitoraggio non è più stato effettuato. In questo modo una preziosa serie storica di dati è stata interrotta. I risultati delle analisi di Greenpeace, invece, confermano l’urgenza di proseguire con una valutazione approfondita e scientificamente fondata della contaminazione radioattiva dei terreni destinati all’agricoltura e al pascolo nelle aree colpite del territorio ucraino.  “Dopo 25 anni le persone residenti a centinaia di chilometri da Cernobyl – denuncia Aslihan Tumer, responsabile campagna Energia di Greenpeace International – sono ancora esposte a pericolosi livelli di radiazioni  attraverso i prodotti alimentari locali. Chiediamo al governo ucraino di riprendere i monitoraggi della situazione ambientale”. 

“A Fukushima stiamo verificando circostanze identiche riguardo alla contaminazione del latte e delle verdure. Se vogliamo evitare disastri futuri quali quelli di Cernobyl e Fukushima, i governi devono interrompere la produzione di energia nucleare e investire nell’efficienza e in fonti rinnovabili pulite e sicure” conclude Tumer.