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Ispra, calano leggermente i rifiuti pericolosi, aumentano gli speciali

13 aprile 2011 0 commenti

ispraE finalmente il rapporto rifiuti è arrivato. Grande la mole dei dati, non molte le soprese.

Cala leggermente in Italia, tra il 2007 e il 2008, la produzione dei rifiuti pericolosi, arrivata a 70 mila tonnellate in meno (-0,6%)  ma crescono i rifiuti speciali, che aumentano di quasi 1,6 milioni di tonnellate (1,2%) per un totale di 138,7 milioni, di cui 72,4 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi, e 11,3 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi.

A dirlo è il Rapporto rifiuti speciali 2010 dell’Ispra, presentati oggi a Roma nella sede dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale dal presidente Bernardo De Bernardinis e dal direttore generale Stefano La Porta.

Ad essere stati lievemente tagliati sono i rifiuti pericolosi ovvero veicoli fuori uso, scarti contenenti amianto, rifiuti ospedalieri a rischio infettivo, mentre a crescere nel nostro paese sono i rifiuti speciali cui appartengono sia i rifiuti pericoli che quelli non pericolosi, cioe’ scarti derivanti dal settore delle costruzioni e delle demolizioni (55 milioni) o dal settore manufatturiero. Ad essere gestiti nel 2008 sono stati il 91,7% dei rifiuti non pericolosi e l’8,3% dei rifiuti pericolosi per un totale di oltre 143 milioni di tonnellate che comprendono uno scarto anche di 4,3 milioni cui appartengono rifiuti sottoposti a diversi trattamenti e quindi piu’ volte conteggiati.  Il rapporto e’ stato presentato da Rosanna Laraia, responsabile del servizio rifiuti dell’Ispra, mentre il capo della segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente Luigi Pelaggi, e’ intervenuto sui riflessi dell’entrata in vigore del Sistri sull’informazione e la tracciabilita’ dei rifiuti.

“Questi dati sono particolarmente importanti perche’ numeri ufficiali e validati sui quali si puo’ costruire una pianificazione nel paese” ha affermato De Bernardinis sottolineando che “i due anni di ritardo sul 2010 della pubblicazione dei dati sono dovuti a due motivi importanti. Il primo e’ che sono dati validati cioe’ si basano sul modulo unificato unico di dichiarazione con cui e’ stata costruita la meta’ delle statistiche dei rapporti, il secondo motivo e’ che l’altro 50% dei dati sulla produzione dei rifiuti speciali e pericolosi in Italia arriva da studi di settore che richiedono tempo”. “Ci sono infatti categorie -ha spiegato ancora de Bernardinis- che sono esenti dalla dichiarazione e che, senza gli studi di settore, sfuggirebbero al monitoraggio”. De Bernardinis ha pero’ assicurato che “avremo la possibilita’ di accedere a dati in tempo reale grazie al sistema di tracciabilita’ Sistri che ci consentira’ di superare questi tempi lunghi di studio e monitoraggio”. Il presidente dell’Ispra, nel presentare il Rapporto sui rifiuti speciali ha anche sottolineato che “ci sono state ancora zone grigie in ambito Ue e aspetti normativi” che hanno a loro volta allungato i tempi dell’attenta analisi condotta dall’Ispra. Secondo il Rapporto dell’Ispra, inoltre, e’ stato finalmente superato il target di recupero dell’80% per i veicoli fuori uso e, per quanto riguarda i Rae nel 2007 e’ cresciuto del 17% l’ammontare gestito degli scarti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.