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Ciao ciao nucleare: la Svizzera decide un lento, graduale abbandono dell’atomo

25 maggio 2011 0 commenti

referendumLa Svizzera si appresta ad uscire dal nucleare con un piano di dismissioni delle sue centrali da qui al 2034. Il Governo svizzero ha indirizzato al Parlamento una raccomandazione che prevede il mancato rimpiazzo delle sue cinque centrali nucleari al termine della loro durata. 

Il graduale abbandono del nucleare in Svizzera costera’ dai 1,5 ai 3 miliardi di euro circa.  Secondo il Consiglio federale elvetico, la fattura per coprire in altro modo il fabbisogno energetico sara’ compresa tra lo 0,4% e lo 0,7% del prodotto interno lordo (pil), ovvero tra i 2,2 e i 3,8 miliardi di franchi svizzeri (1,6-3,2 mld di euro).  La graduale minore produzione delle centrali nucleari dovra’ essere sostituita dall’energia idraulica, dalle energie rinnovabili, dagli impianti di cogenerazione e dalle centrali a gas a ciclo combinato. Nel 2050, l’aumento della quota di elettricita’ di origine termo-fossile generera’ inoltre un incremento delle emissioni di Co2 compreso tra 1,09 e 11,92 tonnellate. Il proseguimento delle misure di miglioramento della politica energetica dovrebbe tuttavia consentire di ridurre le emissioni di Co2 di 14,4 milioni di tonnellate rispetto al 2009.  Di conseguenza, il totale delle emissioni non aumentera’ ulteriormente, nonostante la maggiore produzione di elettricita’ a partire da fonti fossili, si legge nella variante 2 scelta og gi dal Consiglio federale.Per quel che concerne il finanziamento, il governo sta studiando la possibilita’ di una tassa di incentivazione, e persino di un centesimo energetico. Il Consiglio federale ha gia’ previsto di fare il punto della situazione sull’argomento quest’autunno.

Circa il 40% dell’elettricita’ prodotta in Svizzera e’ di origine nucleare e proviene dalle cinque centrali atomiche di Beznau I e II, Muhleberg, Gosgen e Leibstadt. Questi impianti producono annualmente 26 miliardi di kilowattore (kWh). I due reattori di Beznau (Ag) sono entrati in servizio nel 1969 e nel 1971. Entrambi utilizzano la tecnologia dell’acqua pressurizzata (Pwr: Pressurized Water Reactor) della Westinghouse e vengono raffreddati utilizzando l’acqua del fiume Aare. Ogni reattore ha una potenza di 730 Megawatt (Mw). La centrale appartiene all’azienda elettrica Axpo.  La centrale di Muhleberg (Be) appartiene invece all’azienda elettrica bernese (Bkw) ed e’ entrata in funzione nel 1972. Viene utilizzata la tecnologia acqua bollente (Bwr: Boiling Water Reactor) sviluppata dalla General Electric. Il sistema di raffreddamento utilizza l’acqua dell’Aare. La potenza dell’impianto, al centro delle critiche per le sue presunte lacune in materia di sicurezza, e’ di 373 MW.La centrale di Gosgen (So) e’ stata inaugurata nel 1979 e utilizza la tecnologia Pwr sviluppata dal consorzio Siemens/Kwu. Il reattore viene raffreddato grazie a un’apposita torre per non riscaldare eccessivamente le acque dell’Aare. L’impianto, di una potenza di 970 MV, appartiene per il 40% a Alpiq e per il 25% a Axpo.Il resto e’ controllato dalla citta’ di Zurigo e da diversi altre aziende elettriche.   La centrale di Leibstadt (Ag) e’ stata collegata alla rete nel 1984, e utilizza una tecnologia simile a quella di Muhleberg. Anche questo impianto dispone di una torre di raffreddamento. La potenza del reattore e’ di 1165 MV. La centrale appartiene nella misura del 27,4% a Alpiq e del 22,8% a Axpo. Il resto appartiene a diverse altre societa’ elettriche. Secondo i piani energetici della seconda meta’ del secolo scorso, la Svizzera avrebbe dovuto avere almeno altre due centrali nucleari, a Graben (Be) e a Kaiseraugst (Ag).

 Contro quest’ultimo progetto la popolazione occupo’ il sito dove si sarebbe dovuto edificare l’impianto per ben undici settimane nel 1975. L’opposizione non violenta costrinse le autorita’ ad abbandonare i due progetti. A questi impianti va aggiunta la centrale sperimentale di Lucens (Vd). Il reattore vodese e’ conosciuto soprattutto per l’incidente avvenuto nel 1969 quando la Svizzera sfioro’ una catastrofe nucleare. L’impianto era stato messo in cantiere nell’estate del 1962. L’obiettivo principale non era pero’ la produzione di elettricita’ ma lo sviluppo di un reattore ‘made in Switzerland’. A seguito dell’incidente il progetto fu abbandonato.