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Prodi: è la sicurezza alimentare la prima sfida per il pianeta

25 maggio 2011 0 commenti

prodiRomano Prodi, ex presidente della Commissione europea, e’ tornato dopo 5 anni nell’emiciclo del Parlamento .Europeo a Bruxelles per lanciare un allarme e una proposta. Agli europarlamentari e al presidente della commissione agricoltura, Paolo De Castro, che lo aveva invitato ha detto: ”La sicurezza alimentare, e’ uno dei piu’ grandi problemi a livello del nostro pianeta, a mio avviso ancora piu’ importante della crisi finanziaria e di quella ambientale”.

”La crisi alimentare tornera”’ sostiene Prodi, e potrebbe riguardarci da vicino in quanto si va – secondo le previsioni – verso una scarsita’ di cibo. Dopo decenni di crescita del 4% della produzione nei grandi Paesi agricoli, ora si e’ scesi appena all’1% mentre ogni giorno la popolazione mondiale cresce di 220mila persone e per poterli alimentare al 2050 bisognera’ raddoppiare la produzione agricola. Per questo c’e’ la corsa all’accaparramento di terreni soprattutto in Africa, da parte di Paesi come Cina, Giappone e gli stessi Paesi del Golfo: in corso ci sono trattative per l’acquisto di 60 milioni di ettari”. Se oggi c’e’ un equilibrio – ha spiegato Prodi – ”e’ perche’ da un lato c’e’ un miliardo di persone che hanno fame e dall’altro un miliardo sono supernutrite”.

Per Prodi e’ quindi necessario ”avere una governance mondiale”. Anche il commercio deve diventare ”piu’ responsabile per non emarginare i Paesi in via di sviluppo”. Non si e’ mai visto – ha spiegato – ”bloccare o a limitare esportazioni agricole come hanno fatto, ad esempio, Russia e Argentina con conseguenze sui prezzi” e la volatilita’ dei mercati. Agli europarlamentari del Comagri, che oggi si preparano a votare il loro piano per una politica agricola comune piu’ forte dopo il 2013, Prodi ha detto: ”L’agricoltura deve produrre di piu'; essere piu’ amica dell’ambiente con una migliore gestione delle risorse idriche; tra agricoltura ed energia bisogna scegliere di destinare i terreni a produrre cibo; ma anche lanciare un piano mondiale di ricerca e sviluppo e diffusione dell’innovazione”.