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Referendum: affluenza alta, quorum possibile

12 giugno 2011 0 commenti

 

Il cardinale Tettamanzi al voto a Milano

Il cardinale Tettamanzi al voto a Milano

Seggi aperti in tutta Italia da questa mattina alle 8 (con code alle sezioni) fino alle 22 di stasera per i quattro referendum su ritorno al nucleare, gestione e tariffe dell’acqua, legittimo impedimento a partecipare ai processi. Le sezioni elettorali in tutte le Regioni italiane sono oltre 61.599. Tutte torneranno ad aprirsi domani, dalle 7 alle 15. Gli italiani chiamati fra oggi e domani alle urne sono oltre 47 milioni. Nel complesso, fra voto in Italia e all’estero, il corpo elettorale è di 50.418.848 elettori. 3.300.496 sono gli elettori iscritti al voto all’estero, per corrispondenza, che si è già concluso. 47.118.352 sono invece gli elettori iscritti ai seggi in Italia, chiamati alle urne fra oggi e domani: 24.514.003 le donne, 22.604.349 gli uomini. Il che fissa a quota 25.209.425 la cifra del quorum (50%+1 degli aventi diritto), soglia minima per non annnullare la votazione, come invece sempre avvenuto negfli ultimi 16 anni in Italia.

La partita, dunque, si gioca soprattutto sul raggiungimento del quorum e la prima rilevazione effettuata dal Viminale sulla prima mattinata di votazione fa ben sperare per i promotori dei referendum: in media ha sfiorato il 12%, terza affluenza più alta ai referendum la prima mattina di votazione nella storia repubblicana dei referendum. Più elettori alle urne portarono solo nel maggio 1974 il referendum sul divorzio (17,9%)e nel giugno 1978 quelli su finanziamento ai partiti e la cosidetta legge Reale sull’ordine pubblico(12,6%). In tutti e due i casi, alla fine della votazione, il quorum fu ampiamente superata: per mantenere il divorzio votò l’87.7% degli elettori italiani; per abrogare finanziamento pubblico ai partiti e legge emergenziali sull’ordine pubblico l’81,2%. D’altra parte, tenuto conto al caos sul voto all’estero, gli istituti di statistica indicavano nel 10% alle 12 una soglia di ragionevole certezza per il raggiungimento del quorum al termine delle votazioni Oggi alle 12 i referendum più votati – seppure di poco- sono stati quelli sull’acqua: 11,64% sia sul quesito relativo alla gestione che su quello relativo alle tariffe. Alla pari l’affluenza su nucleare e legittimo impedimento: hanno già votato l’11.64% degli aventi diritto. Questa sera ci sarà ancora una rilevazione sull’affluenza alle 19 e poi quella a chiusura della prima giornata di votazioni, alle 22.

Romano Prodi al voto a Bologna

Romano Prodi al voto a Bologna

Se e’ vero che i ”precedenti” diventano norma, il quorum in questa tornata referendaria potrebbe essere a portata di mano. Qualunque sia stato il quesito proposto e il tipo di referendum, scandagliando negli archivi del Viminale esce fuori, infatti, che quando la prima rilevazione dell’affluenza alle urne e’ stata a due cifre, come e’ accaduto oggi, si e’ sempre raggiunto il quorum.   Poco importa che si sia votato in un solo giorno o in due, che si sia andati alle urne solo in Italia o che si siano pronunciati anche gli italiani all’estero, che la prima rilevazione sia stata fatta alle 11 o alle 12, il risultato e’ sempre stato lo stesso: quorum superato.  E’ accaduto cosi’ nel ’74 quando agli italiani si chiese di schierarsi pro o contro il divorzio (voto in due giornate, 12 e 13 maggio, senza consultare i connazionali oltreconfine): alle 11 l’affluenza raggiunse quota 17,9 e in chiusura si tocco’ la percentuale record di votanti dell’ 87,7.  Quattro anni dopo, l’11 e il 12 giugno ’78, sia il referendum sull’ordine pubblico sia quello relativo al finanziamento pubblico dei partiti (stesse modalita’ di voto) in prima rilevazione fecero registrare un’affluenza del 12,6% chiudendo entrambi con un massiccio 81,2.  Il 17 e 18 maggio ’81 i cittadini furono interpellati sull’aborto (e anche su questioni attinenti all’ordine pubblico, l’ergastolo, il porto d’armi) e anche in quell’occasione il 10,8% di affluenza registrato alle 11 si tradusse in un deciso sfondamento del quorum: 79,4.  Nel 1985 (9 e 10 giugno) sulla scheda fini’ l’indennita’ di contingenza (la famosa scala mobile) e di nuovo il dato di prima affluenza (ore 11), 11,9%, fu il segnale di una corposa partecipazione: 77,9%.  Anche cinque anni fa, il 25 e 26 giugno 2006, il referendum per l’approvazione della legge di modifica alla parte seconda della Costituzione (voto solo in Italia) con una prima affluenza al 10,1% raggiunse il quorum: 53,8.