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Solo dal mare italiano la stessa potenza energetica di 6 centrali nucleari

16 giugno 2011 0 commenti

mareSecondo le stime dell’Iea, l’International Energy Agency, il potenziale teorico di energia dal mare e’ compreso tra i 20.000 e i 90.000 TWh/anno. E gia’ Regno Unito, Portogallo, Norvegia, Stati Uniti, Giappone e Canada investono significativamente in questo settore tecnologico dagli anni ‘70. Ma se l’esperienza italiana “e’ sicuramente piu’ recente” non per questo e’ “meno importante” come ha sottolineato Artale. “Ora bisogna spingere sulla ricerca” ha detto l’esperto dell’Enea esortando soprattutto a “fare sistema” ed a “collegare i centri italiani di ricerca con quelli internazionali”. “Nella produzione di energia elettrica il mare ha potenzialita’ enormi. Basti pensare alla corrente Levantina che scorre nel Mediterraneo e fuoriesce dallo Stretto di Gibilterra. Questa corrente sposta miliardi di tonnellate d’acqua trasportando con se’ energia che dovremmo sfruttare” ha detto l’oceanologo Marco Marcelli dell’Universita’ della Tuscia e del comitato scientifico di www.marescienza.it. Marcelli, da ecologo, ha messo pero’ un paletto.

“Sulle coste -ha avvertito- ci sono enormi attivita’ ed ecosistemi da salvaguardare, sono dei beni che il progresso deve tutelare. Per questo va rivisto il vecchio Piano nazionale difesa mare e coste del 1982”. “Questa verifica andrebbe fatta subito, visto l’esito del referendum e la conseguente necessita’ di un mix energetico che, oltre al sole e al vento, puo’ contenere anche la forza del mare nel rispetto dell’ambiente” ha proseguito Marcelli spiegando che la verifica del Piano “costerebbe appena 1 mln di euro e, se si aggiungono le boe per le misure sperimentali, i costi non superano i 4-5 mln di euro per progredire piu’ velocemente su questa nuova prospettiva energetica”. L’Enea, intanto, da alcuni mesi sta mappando le acque italiane e del Mediterraneo, grazie a un finanziamento di 500 mila euro del ministero dello Sviluppo Economico.

Al workshop Enea, inoltre, e’ stato presentato il progetto Enermar, il primo prototipo di una turbina marina ad asse verticale denominata Kobold, installata nello Stretto di Messina. Inoltre, grazie ad un brevetto italiano, in ulteriore via di sviluppo, di una diga a cassoni denominata Rewec3 (Reasonant Wave Energy Converter), e’ stato realizzato un dispositivo avanzato per lo sfruttamento dell’energia ondosa. E progetti piu’ recenti vedono un nuovo sviluppo di questo brevetto.

Introducendo la prima giornata dei lavori del workshop, che si concludera’ domani, il Commissario dell’Enea, Giovanni Lelli, ha sottolineato l’impegno dell’Agenzia nella ricerca sulle energie rinnovabili e sul clima, di cui fa parte anche lo studio e la valutazione del potenziale energetico delle correnti marine, un impegno, ha detto Lelli, “per rispondere alle sfide tecnologiche poste dalla sempre piu’ impellente necessita’ di disporre di energie pulite e rinnovabili”. Nel corso del workshop all’Enea verra’ anche discusso e presentato il Joint Programme ‘Marine Renewable Energy’ dell’Eera, l’European Energy Research Alliance.