Energia: nasce l’osservatorio per la chiusura del ciclo nucleare
Otto centrali nucleari da smantellare e circa 55mila metri cubi di rifiuti radioattivi da trattare e smaltire, ai quali si aggiungono circa altri 36mila metri cubi di rifiuti radioattivi prodotti da impieghi medicali, di ricerca e industriali. Nasce con queste finalità l’Osservatorio per la Chiusura del Ciclo Nucleare.
L’Italia deve procedere allo smantellamento degli impianti nucleari, degli impianti di produzione del combustibile nucleare e degli impianti di ricerca del ciclo del combustibile nucleare di Trino (VC), Caorso (PC), Latina (LT), Garigliano (CE), Bosco Marengo (AL), Saluggia (VC), Casaccia (RM) e Rotondella (MT), nonchè ad avviare le attività di chiusura del ciclo del combustibile nucleare.
“Trovare una soluzione ad una situazione precaria e insicura, come quella in cui si trova la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, è un atto dovuto”, ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente dell’Osservatorio. “E’ una responsabilità di tutti noi, anche di chi, come me, ha combattuto per la chiusura delle centrali nucleari.
E’ questo lo spirito che guiderà l’attività dell’Osservatorio, non solo per garantire la sicurezza per i prossimi anni, ma anche per le generazioni future. Solo una scelta condivisa e responsabile potrà permettere al nostro Paese di chiudere il ciclo nucleare. Non bisogna inoltre dimenticare che secondo i criteri assunti dall’Onu il decommissioning del nucleare è considerato green economy e per il nostro paese significherebbe un investimento di circa 2,5 miliardi di euro”.