Requiem per gli Akuntsu, nell’Amazzonia brasiliana
Gli Akuntsu popolo semisconosciuto tra i più esigui al mondo che vive nella foresta amazzonica. Appena 5, oggi, a causa della morte del loro membro più anziano. Storia tristissima, quella degli Akuntsu, cadenzata dal rumore di innumerevoli omicidi inferti da chi, non pago di distruggere l’ambiente e la fierezza della biodiversità in uno dei più grandi doni del nostro pianeta, l’Amazzonia brasiliana, uccide individui innocenti nel silenzio più assoluto dei media.
Questo popolo combatte ogni giorno, da oltre 50 anni, contro allevatori senza scrupoli disposti a tutto pur di procacciarsi la terra per i propri latifondi. E questo, nonostante l’impegno del FUNAI - il dipartimento per gli affari indiani del governo brasiliano - e nonostante la stessa permanenza degli indios in una zona delimitata - l’Omerê – riconosciuta dal Governo.
Gli Akuntsu sono gente pacifica, che crede nello spirito della foresta, che pesca e caccia nel pieno rispetto di tutte le specie, per cui anche tagliare un albero è un gesto estremo da compiere con prudenza e timore. Eppure, oggi, le loro possibilità di sopravvivenza sono ridotte ad un nulla e l’emblema di ciò è rappresentato dai nuovi monili indossati dalle (poche) donne: gioielli in plastica, ottenuti dagli imballaggi dei pesticidi usati dai campesinos a poche centinaia di metri, al posto delle conchiglie e dei frutti. Il loro destino pare segnato dalle ingorde, gigantesche fattorie che circondano l’Omere, utilizzate per l’allevamento dei bovini e la coltivazione della soia destinata, per lo più, a nutrire proprio quelle bestie che finiranno, cotoletta, nei panini dei più noti fast food del mondo…
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