Greenpeace e Amnesty International insieme sul Bhopal Bus
Impossibile non conoscere la tragedia di Bhopal, in India: decine di tonnellate di isocianato di metile e oltre 12.000 Kg di reagenti chimici fuoriuscirono dallo stabilimento della Union Carbide provocando fumi tossici e devastando quanto trovarono sul proprio percorso. L‘eco mortale di questo disastro ambientale ancora si aggira nei luoghi che ne costituirono il triste proscenio. A quasi 25 anni di distanza da quell’orribile 2 dicembre 1984, in cui persero la vita circa 25.000 persone oltre a un numero imprecisato di bovini e altri animali – necessari alla sopravvivenza di queste genti - nessuna azione di bonifica è stata intrapresa dal governo indiano e quanti ci si aspetterebbe paghino per quell’infausto incidente sono ancora in attesa di un giudizio, all’ombra dei sopravissuti.
Satinath Sarangi, fondatore emerito del Gruppo d’informazione e azione su Bhopal fa sapere che:
ancora oggi oltre 100.000 persone, esposte alle esalazioni tossiche e alla contaminazione del terreno e dell’acqua di Bhopal, continuano a soffrire mentre sale il numero delle morti premature. In tutto questo, le responsabili Union Carbide e Dow Chemical continuano a evadere la giustizia e a evitare di assumersi ogni responsabilità legale per i danni causati a Bhopal.
Per ricordare tutto questo e, insieme, per cercare di raccogliere i fondi necessari alla vita delle persone che ancora vivono in queste zone, in Italia è arrivato in questi giorni il Bhopal bus con una rappresentanza dei sopravvissuti a questo immane disastro. A ospitare la delegazione sono Greenpeace e Amnesty International. Domani, dopo aver toccato Milano, il Bhopal bus sarà a Roma. Per il calendario degli eventi in programma cliccare qui.
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