Home » Gaetano Benedetto » Edilizia, Senza categoria »

Piano casa – Prevale il buon senso. Per ora

25 marzo 2009 0 commenti

107850

L’incontro con le Regioni ha evidenziato tutti i problemi di costituzionalità e tutti i rischi da giorni denunciati dal WWF. Su piano casa in prima battuta è dunque prevalso il buon senso. Il Presidente del Consiglio si è accorto che il testo prodotto dagli Uffici di Palazzo Chigi andava ben oltre le sue intenzioni, almeno così ha fatto intendere, e quindi il testo è stato accantonato grazie anche alla coerente e giusta posizione delle Regioni che hanno sollevato motivate eccezioni di costituzionalità. Visto che il governo del territorio è materia concorrente con le Regioni, rimane il mistero di come gli attrezzatissimi uffici legislativi di Palazzo Chigi abbiano potuto far circolare il 20 marzo in via ufficiale un testo che sarebbe stato bocciato all’esame di diritto pubblico del primo anno di giurisprudenza di qualsiasi università. Rimane anche il problema di cosa s’intenda esattamente con il termine “accantonamento” usato per il decreto: perché non è stato ritirato visto che non solo ci si è accorti degli errori d’impostazione costituzionale, ma si è affermato anche che questo non rappresenta la volontà del Governo?A titolo personale mi viene da insistere nuovamente sul fatto che l’Italia ha bisogno di un piano periferie. Temo molto di più l’ipotesi berlusconiana delle cubature aggiuntive alle villette ed alle case monofamiliare che non l’abbattimento e ricostruzione in aree metropolitana, con esclusione tassativa dei centri storici e previo parere vincolante delle Soprintendenze per gli immobili ultracinquantennali. Certo i criteri condizionanti dovrebbero essere ben altra cosa che non quelli indicati nelle bozze governative. Occorre fissare termini precisi di efficienza energetica e non generici richiami a non meglio definite tecniche di bioedilizia o di utilizzo di fonti rinnovabili. Si pensa sempre a cubature aggiuntive in altezza e mai a quelle in profondità che risolverebbero parzialmente i drammatici problemi di parcheggio che ovunque ci sono. Impedendo ulteriore consumo di suolo, occorrerebbe fissare i termini per rimandare questa possibilità a veri e propri piani di riqualificazione rimessi ai Comuni, evitando così quell’edilizia fai da te che riproporrebbe solo una cultura palazzinara ammodernata. Occorrerebbe fare in modo che gli interventi rientrino in pianificazione organiche di interi comparti periferici, servizi compresi, e non in una polverizzazione di interventi singoli. Questa sarebbe forse la strada di un fare possibile, che impedirebbe l’uso improprio del provvedimento e che potrebbe innescare lavoro duraturo e specializzato. Ma quanto abbiamo davanti sembra andare purtroppo in altra direzione.

Difficile dire cosa ora possa accadere. Si parla di un tavolo tecnico che, con le Regioni, dovrà “in settanta ore” trovare il modo di trasformare in forma legislativa accettabile e condivisa le idee del Presidente del Consiglio che confermerebbe volere comunque puntare alla possibilità di incrementare le cubature immobiliari esistenti. Settanta ore sembrano davvero poche visto che rimangono irrisolte due questioni, una formale ed una sostanziale. Quella formale è sempre relativa alle competenze regionali, il Governo infatti non si accontenterebbe di una norma che fissi i termini generali della questioni e che poi per legittima competenza demandi alle Regioni l’articolazione di questi; quella sostanziale è relativa alle modalità di autorizzazione e controllo che non devono aprire il varco ad un condono mascherato e devono prevedere forme autorizzative che non svuotino le competenze degli enti locali e di quelli preposti alla tutela dei vari vincoli. Su questi punti ogni testo ed ipotesi sino ad ora circolata, compreso il testo ufficiale del 20 marzo, creava più problemi che soluzioni, difficile dunque credere che 70 ore bastino per ricucire uno strappo istituzionale che comunque c’è stato e per trovare soluzioni giuridiche a problemi di estrema complessità.

Speriamo che la ragione giuridica prevalga su quella politica, speriamo che il buon senso prevalga sulla voglia di mattone che non ha mai abbandonato questo Paese.