Appennino d’autunno: l’Italia che ti sorprende
Nonostante i navigatori satellitari, capita ancora (per fortuna) di sbagliare strada, di non capire bene un’indicazione o d’interpretare male la svolta indicata prendendone così una prima o una dopo. Mi è successo in un viaggio verso Rimini. Attraversando l’Umbria, mi sono perso (ritrovato?) su una strada provinciale che attraversa l’Appennino, una di quelle che s’inerpicano tra curve e tornanti, in mezzo ai boschi, che lambiscono piccoli borghi sconosciuti. Salendo e lasciando la foschia della prima mattina nel fondovalle, mi si è aperto davanti agli occhi l’Autunno, il colore di un bosco d’autunno. Nonostante gli estremi a cui i cambiamenti climatici ci stanno abituando, le mezze stagioni esistono ancora da queste parti. Solo chi vive in città ne ha perso il senso e il gusto: un parco urbano, un viale alberato, le piante sul balcone di casa danno certo il senso dell’autunno, ma la magia di questa stagione la si scopre facilmente lasciandosi portare da una strada in salita tra gli Appennini. Fermarsi, guardare, sentirsi parte del paesaggio e al tempo stesso estranei e intrusi, come stare dentro un quadro impressionista dove ogni foglia è una pennellata e dove tutto sembra muoversi, anzi si muove. Non siamo lontani da città e autostrade eppure tutto è ancora miracolosamente intatto, bello, vivo.
Penso di conoscere bene l’Italia, ma ammetto che di Mercatello sul Metauro non sapevo nulla. Scendendo dall’Umbria verso le Marche, in provincia di Pesaro, l’esigenza di un caffè fa scoprire una piccola meraviglia che solo il nostro Paese riesce ancora a regalarci. Un paese medievale, con le sue mura e il suo castello, la Collegiata del XII secolo, i palazzi nobiliari che si affacciano sulla piazza (http://www.comune.mercatellosulmetauro.pu.it/), la gente che sembra essere contenta affaccendata nelle semplice cose di un giorno qualsiasi, i negozi senza sfarzi. C’è una bellezza tutta italiana, accompagnata da un profondo senso di accoglienza e calore, che sanno darti solo i paesi fatti di pietre, sassi, mattoni e tegole. Una bellezza che poi prende tutti i sensi, cosicché anche un semplice caffè al bar assume un sapore diverso perché accompagnato dall’odore tipico del fumo dei camini già accesi in questa stagione sull’Appennino.
Proseguendo verso Rimini, e benedicendo l’errore che ha consentito di scoprire questo angolo d’Italia, ecco che la strada passa da Urbania e senza neppure uscire dall’auto o fermarsi è possibile ammirare il Barco Ducale, cioè la residenza di caccia dei Duchi di Urbino (http://www.camperweb.it/montefeltro/Urbania/images/barco.jpg) ed ancora ti stupisci del perfetto inserimento nel paesaggio, del bello della costruzione che diventa parte integrante del bello della natura.
Troppo tardi per fermarsi anche a Urbania, troppo tardi per allargare verso la meravigliosa Urbino… Ma in questo Paese basta davvero voltare l’angolo e certamente ormai trovi brutture là dove non te lo aspetti, ma altrettanto certamente c’è ancora una strabiliante Italia che si è preservata e che rischia di essere messa a rischio se le politiche di gestione territoriali non diventeranno più coerenti rispetto ai valori che sono chiamate a difendere e se gli strumenti di pianificazione paesaggistica non saranno più incisivi e cogenti.