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Campania: condono promesso, condono mantenuto

8 giugno 2010 0 commenti

carfagna_mara2[1]Nel 2010 una campagna elettorale fatta promettendo il condono edilizio? Giuro che non ci volevo credere, eppure…. E’ sfuggita alle cronache nazionali la campagna elettorale fatta dal Popolo della Libertà in Campania. “Se saremo noi ad amministrare la Campania, studieremo una legge regionale d’intesa con il Governo nazionale per fermare le demolizioni”. E’ quanto il Ministro Mara Carfagna ha dichiarato in varie occasioni. Questo in sostanza quanto ha sostenuto negli incontri con “le famiglie che rischiano l’abbattimento delle proprie abitazioni”. Ne ha poi personalmente parlato con Gianni Letta , investendo “direttamente il Governo del problema”. In Campania si sono costituiti molti comitati spontanei “anti-demolizioni” o “in difesa della casa” che hanno certissimamente costituito un serbatoio di voti. Sono stati incontrati da molti candidati alle elezioni regionali, dalla stessa Ministra Carfagna (non solo nelle manifestazioni pubbliche ma anche in riunioni all’hotel Vesuvio di Napoli), dal Ministro Gianfranco Rotondi che in un’inizativa elettorale a Castellamare di Stabia ebbe modo di rassicurare i presenti sul fatto che si sarebbe trovato “il modo per bloccare gli abbattimenti delle abitazioni abusive”.

Intensa è stata poi l’attività di alcuni Senatori campani del Popolo della Libertà che si sono “qualificati” per vari tentativi di riaprire il termine del condono edilizio in Campania. In particolare il 17 febbraio i Senatori Sarro, Nespoli, Fasano, Izzo, Giuliano, Vetralla, Compagna, Calabrò, Lauro, Pontone, De Gregorio, Esposito, Coronella e Sibilia  hanno presentato una proposta di legge per riaprire i termini del condono 2003. Questi Senatori in campagna elettorale hanno dato una mano importante per schierare il popolo degli occupanti le case abusive. Non a caso, non appena eletto, il nuovo Governatore  Stefano Caldoro – prima ancora che fossero proclamati gli eletti in Consiglio Regionale e  nominati i componenti della Giunta – si recò a Roma per un incontro di Governo teso a individuare una soluzione che fermasse gli abbattimenti in Campania disposti dalla Magistratura. Qualcuno in sede locale ha scritto che il viaggio a Roma fu fatto nel “rispetto della promessa fatta dal Governo”, certo è difficile dargli torto.

A seguito di tutto ciò, dopo la campagna elettorale, dopo la vittoria del Popolo dalla Libertà in Campania, il Governo il 28 aprile emana il decreto legge che sospende gli abbattimenti nella regione. “Per l’ultima volta l’Esecutivo è stato costretto ad intervenire per sanare quella che la Corte Costituzionale ha definito disparità di trattamento dei campani rispetto al resto dei cittadini italiani” ha subito dichiarato il Ministro Carfagna. In effetti è vero che il terzo condono italiano, quello del 2003 emanato dal precedente Governo Berlusconi, in Campania era stato limitato nell’applicazione da una legge regionale valuta dalla Giunta Bassolino. La riflessione fatta era semplice: la Campania è devastata dall’abusivismo edilizio, un altro condono sul territorio campano influirebbe in modo più grave e pesante che non in altre Regioni, quindi occorre limitarne gli effetti. Il Governo non gradì la decisione e si rivolse alla Corte Costituzionale sollevando un “conflitto di attribuzione” (cioè di competenze) tra lo Stato e la Regione. La Corte accolse il ricorso del Governo sostenendo, tra l’altro, che la Regione Campania non poteva utilizzare la propria “potestà legislativa allo scopo di rendere inapplicabile nel proprio territorio una legge dello Stato” bensì semmai era la regione che avrebbe dovuto ricorrere in Corte Costituzionale se avesse ritenuto “costituzionalmente illegittima, se non addirittura solo dannosa o inopportuna” la legge dello Stato.  Bene, ma quando tutto ciò è successo? La sentenza della Corte è la n. 24 del 28 giugno 2004.

Prima domanda, perché ad una disposizione del 2004 si risponde nel 2010? Il Governo Prodi è stato in carica dal 17 maggio 2006 al 7 maggio 2008, prima e dopo è stato in carica un Governo Berlusconi. Pur ammettendo dunque una contrarietà al provvedimento da parte del Governo Prodi, lo stesso Governo Berlusconi non aveva provveduto ad ottemperare a quella che oggi dichiara essere un’obbligatorietà.

Seconda domanda, se l’ottemperanza alla Corte Costituzionale era obbligatoria, perché questa è stata oggetto di una promessa elettorale? Non serviva certo la vittoria alle elezioni regionali in Campania per consentire al Governo il decreto legge sulla sospensione degli abbattimenti.

Terza domanda, perché il Governo non ha direttamente riaperto i termini del condono in Campania  e ha preferito che fosse il Parlamento a farlo? Il Governo sa bene che la sospensione degli abbattimenti non basta, non ha voluto dunque assumersi una responsabilità che sa essere grave e pericolosa. Grave perché come sostenuto dalla Giunta Bassolino il terzo condono in Campania intervenie in una situazione già satura di costruzione abusive, pericolosa perché  potrebbe dare la stura a ben altro che nessuno rischia di controllare.

Un dato aiuta a riflettere. Secondo la Procura di Napoli, solo nell’ambito di sua competenza, negli ultimi 10 anni sono state realizzate ben 66.000 (sessantaseimila!!!!) costruzioni abusive. La riapertura dei termini del terzo condono rende sanabili le sole case realizzate entro il 31 marzo 2003. E le altre? Prepariamoci al copione: abusi di necessità, diritto alla casa, è l’ultima volta, saniamo per voltare pagina, non possiamo lasciare la gente per strada. Si è presa una spirale da cui si rischia di non uscire più e l’effetto trascinamento sul resto del territorio nazionale è altissimo.