Condono: il senso dello Stato che manca
Il Presidente Berlusconi dovrebbe dire qualcosa. Proprio lui “di pirsona pirsonalmente” dovrebbe chiarire in tema di condono edilizio qual è la linea non solo del suo Governo, ma anche della sua maggioranza e in particolare del suo partito. Le tinte di un giallo di provincia, sempre per rimanere sull’onda di Camilleri, ha la vicenda degli emendamenti sul condono introdotti nella manovra finanziaria.: ”Ma io, anzi noi, neanche li abbiamo letti gli emendamenti (…) li abbiamo solo firmati (…) fanno parte di un pacchetto di proposte arrivate all’ultimissimo momento dalla Camera (…) scoprirò da chi…” dichiara il Senatore Paolo Tancredi protagonista (involontario?) delle proposte sul condono coofirmate assieme ai Senatori Cosimo Latronico e Giliberto Pichetto. Il Senatore Tancredi, che si dichiara ambientalista ed amante della montagna e in particolare del Gran Sasso, promette che per rimediare all’errore questi emendamenti verranno ritirati. La questione politica però rimane, perché qualcuno al Gruppo PdL della Camera li aveva predisposti e li aveva inviati al Senato poiché una volta approvata al Senato (le parole sono sempre del Senatore Tancredi) “la manovra arriverà blindata alla Camera e quindi ci hanno mandato in Senato gli emendamenti” che i Deputati evidentemente temono di non poter presentare. Indipendentemente dalla questione specifica un dato è certo: qualcuno nella maggioranza crede possibile ed opportuno riaprire il condono per gli abusi nei parchi e nelle aree vincolate che erano stati esclusi (giustamente e per fortuna) dal condono edilizio del 2003 varato sempre da un Governo Berlusconi. Qualcuno nella maggioranza è arrivato addirittura ad ipotizzare e a scrivere che venga riconosciuto a chi costruito abusivamente il diritto di prelazione per l’acquisto dell’immobile quando questo viene confiscato dal Comune perché illecitamente costruito.
E’ vero, prima ancora che il Senatore Tancredi annunciasse il ritiro delle proposte indecenti che aveva presentato, il Governo su queste aveva preso le distanze. In particolare il Ministro Tremonti avrebbe detto “che non se ne parla nemmeno”, ed una posizione analoga è stata espressa anche dal sottosegretario Paolo Bonaiuti, Portavoce del Premier. Ma le contraddizioni sono ancora troppe. Infatti nella manovra alcuni questioni che portano inevitabilmente al condono trovano origine proprio nelle proposte del Governo, come la “sanatoria catastale” (che rimane una sorta di UFO ancora da identificare bene) e la sospensione degli abbattimenti degli abusi edilizi in Campania (inserita nella manovra fiscale sotto forma di emendamento dopo che il decreto legge che la conteneva è stato fermato alla Camera grazie all’assenza di molti Deputati di maggioranza). Possiamo poi dire che il blocco di emendamenti sul condono in Campania sostenuti dalla PdL all’interno del cosiddetto Decreto Milleproroghe non è certo decaduto per merito del Governo, quanto per uno scatto di coerenza del Senato che lo ha dichiarato inammissibile perché incoerente rispetto alla natura ed al merito del decreto.
L’insieme di tutti questi fatti da la sensazione di un assalto alla diligenza. Attenzione, la diligenza non è il condono, ma lo Stato. Le proposte infatti minano lo Stato, il senso comune delle cose e dei valori che è in capo allo Stato. Le proposte smentiscono gli interventi della Magistratura, l’azione di repressione degli Enti Locali e delle Regioni in tutti i casi in cui c’è stata, il presidio svolto dai Parchi, introducono elementi di incertezza nelle amministrazioni, nell’espletamento delle pratiche, danno sponda per allungare i contenziosi giudiziari a dismisura, per crearne di nuovi, nella speranza che nei tempi infiniti della giustizia italiana qualcosa succeda. E anche se dovesse succedere qualcosa, forse una legge rimedierà visto che uno degli emendamenti sul condono prevedeva addirittura la ripresentazione delle domande respinte.
Quello che manca sempre più, sul condono così come su molti altri temi, è il senso dello Stato. Manca cioè la certezza che la difesa dei valori primari e comuni rimane salda; manca la percezione della certezza delle norme, cioè delle regole del vivere comune. Chi di tutto questo debba e possa farsi garante oggi è ben difficile dirlo, anche se in molti sempre più si stanno stringendo intorno alla figura del Capo dello Stato come ultimo baluardo delle garanzie costituzionali. Certo è che se non si trova modo di far sentire voci diverse dal coro della politica è difficile che questa recepisca segnali. Ed allora i nuovi abusivi saranno diverse decine di migliaia, ma i cittadini che cercano di rispettare le regole sono certamente molti di più. E’ la loro voce che deve farsi sentire, sono loro i primi beffati da un nuovo condono così come da ogni forma di deregulation normativa. Allora il Presidente Berlusconi dica anche a loro, nel modo diretto e chiaro che lo contraddistingue, qual è la linea del Governo e la linea della PdL in tema di condono edilizio.