Il Parco Nazionale dello Stelvio sacrificato sull’altare della politica
Anche i parlamentari della Sudtiroler Volkspartei, sebbene pochi, possono risultare determinanti per il voto di fiducia sul Governo Berlusconi previsto per il prossimo 14 dicembre. Il partito autonomista altoatesino è sino oggi stato posizionato all’opposizione, ma dopo una serrata trattativa condotta dal Ministro Calderoli sembra che i due Deputati sudtirolesi si asterranno, mentre i Senatori non parteciperanno al vuoto consentendo così di abbassare il quorum necessario alla fiducia. Tutto questo in cambio di cosa? Le richieste avanzate sembrerebbe essere tra, due riguardano il bilinguismo (nelle forze di polizia e nei tribunali) ed la terza è relativa alla provincializzazione del Parco Nazionale dello Stelvio. E’ da non credere, eppure….
Il 30 novembre la commissione partitica Stato Regione Lombardia, Provincie Autonome detta “Commissione dei Dodici” ha deciso di ampliare in maniera rilevante le funzioni delle Provincie Autonome di Trento e Bolzano. Senza entrare nei tecnicismi delle decisioni assunte, di fatto si è creata la condizione per cui c’è un’assoluta prevalenza degli Enti locali (e dei relativi interessi) rispetto alle competenze dello Stato. Il rischio è quello di avere un gestione del Parco non omogenea, incoerente a seconda delle Provincie in cui ricadranno le varie azioni, comunque non organica. Da un punto di vista istituzionale invece il rischio è quello di aver creato un pericolosissimo precedente che certamente sarà richiamato dai tanti che chiedono che i anche i Parchi Nazionali vadano in mano a Regioni ed Enti locali.
Il Parco Nazionale dello Stelvio è stato istituito nel 1935 (Legge n. 740 del 24 aprile 1935); nel 1977 la superficie fu ampliata portandolo all’attuale perimetro che ricade in parte nella Regione Lombardia ed in parte nelle Provincie autonome di Trento e Bolzano (D.P.R del 23/4/1977). Sin dal 1974 (DPR n.279/74) era stato previsto che la gestione del parco fosse unitaria e venisse attuata mediante la costituzione di apposito Consorzio, fattispecie questa confermata anche nel 1991 dalla legge quadro sulle aree protette che ha poi portato nel 1993 (DPCM del 26.11.193) al “Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio” formato dallo Stato, Regione Lombardia e Provincie Autonome. Di fatto si era trovata un forma di coinvolgimento reale ed attivo, coordinato e legato ad un’unicità di strategia, senza far menire meno le prerogative e gli interessi dello Stato nei termini espressi dalla Costituzione e confermati anche nel 2001 dalla riforma del Titolo 5 (art. 117 , punto s) che attribuisce allo Stato competenza legislativa esclusiva in materia di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali).
Il Parco Nazionale dello Stelvio (oltre 130 mila ettari) confina a Nord con il Parco svizzero dell’Engadina. Da anni si auspicava una gestione integrata tra Italia e Svizzera che portasse a fare di quei territorio un cuore di natura protetta e viva in mezzo alle Alpi. Oggi lo Stelvio si allontana dalle prospettive internazionali e cade nel localismo. Uno dei quattro Parchi Nazionali storici viene dunque sacrificato sull’altare delle politica, come dire che oggi si fa quello che neppure Mussolini ebbe l’ardire di fare.