Home » Claudia Bettiol » Azioni, Clima, energia, Industria, Letture, Mobilità, Politiche »

Cambiare stili di vita

10 aprile 2010 0 commenti

A volte sembra che i politici pensino che noi poveri cittadini siamo dei marziani. E proprio perché sono lontani da noi ci trattano come dei bambini o come dei geni figli di un calcolatore superveloce.

E questa schizofrenia è particolarmente evidente quando i politici vorrebbero cambiare le nostre abitudini energetiche facendoci diventare più efficienti.
Per prima cosa chiariamo la differenza fra “risparmio” ed “efficienza energetica”. La prima parola evoca povertà e ristrettezza. La seconda evoca modernità e tecnologia. La prima ci sottrae qualcosa mentre la seconda ci aggiunge qualcosa. Il risparmio è triste mentre l’efficienza è “cool”.

Confondere i due termini e utilizzarli senza aver chiara questa differenza significa non riuscire a costruire una vera politica energetica. E quindi non programmare gli incentivi giusti per motivare le persone ad assumere comportamenti diversi da quelli soliti.

Per capire quanto è profonda questa differenza un politico dovrebbe prendere a riferimento se stesso, il suo coniuge e i suoi figli. Quante volte da piccoli i nostri genitori ci hanno abituato a spegnere le luci uscendo da una stanza. E quante volte abbiamo obbedito con la testa ma senza la voglia di obbedire!

I nostri figli sono cresciuti diversamente. Non si sognano nemmeno di spegnere le luci, se non quando è ora di andare a dormire.

E’ giusto allora pensare di dover insegnare loro l’arte del risparmio e abituarli a spegnere le luci quando escono da una stanza?

Sappiamo da soli la risposta: non lo faranno mai!
Ma siamo poi sicuri che sia utile spegnere le luci?

Le nuove lampade a basso consumo sono molto diverse da quelle ad incandescenza. Al contrario di queste, infatti, la loro durata di vita dipende dai cicli di accendimento e spegnimento più che dall’uso. E’ conveniente quindi tenerle accese un po’ di più piuttosto che accenderle e spegnarle in continuazione.

Fra l’altro, da un punto di vista ambientale più generale, il loro smaltimento non è così semplice come quello delle lampadine tradizionali. Per cui conviene tentare di allungare la loro durata e rimandare il momento in cui dovremo affrontare il tema del loro smaltimento.

Ecco allora che le nostre abitudini devono essere costruite in base alla tecnologia corrente e non in base a concetti astratti frutto di una esperienza che non vale più con le nuove tecnologie.

Ma anche qualora si capisse quale è il comportamento da adottare per essere “energeticamente efficiente”, resta il problema di come spingere le persone a cambiare i propri stili di vita. Ancora più delirante è il modo in cui i politici pensano al tipo di incentivo attraverso il quale indurre una persona ad abbandonare consuetudini e a fare la fatica di modificare la propria quotidianità.

Una abitudine è una abitudine perché è rassicurante e ci permette di compiere una serie di gesti in modo automatico senza ogni volta utilizzare il cervello per decidere quale gesto compiere. Quindi alcune delle nostre azioni non sono più guidate dalla razionalità ma da informazioni codificate e stratificate nelle parti profonde del cervello.

Può la razionalità di alcune misure di incentivo modificare questa situazione?
Ovviamente no. Ci sono studi di psicologia comportamentale che potrebbero guidare il politico a scegliere che tipo di incentivo utilizzare in funzione del segmento di persone che si intende stimolare, del contesto culturale locale o della capacità di creare un nuovo “ cool lifestyle”.

Ma le questioni energetiche storicamente appartengono al settore tecnico e questa contaminazione fra esperti di tecnologia e esperti di scienze cognitive non è prevista e non viene ricercata.

Non ho introdotto a caso la disciplina delle “scienze cognitive”, ossia degli esperti che cercano di capire in che modo le informazioni entrano nel nostro sistema intellettivo, vengono decodificate, poi metabolizzate ed infine sono pronte a spingere il singolo individuo a cambiare parte dei suoi comportamenti o delle sue credenze.
Come illustrato precedentemente, l’efficienza energetica comporta una interazione fra le persone e le nuove tecnologie che si evolvono di giorno in giorno. Occorre quindi essere predisposti a studiare e ad aggiornarsi costantemente. E questo è più facile per le giovani generazioni che per noi che già abbiamo una certa età, e ogni giorno dobbiamo gestire una vita che appare sempre più complessa.

Per capire che cosa è l’efficienza energetica, quindi, dobbiamo prima capire che cosa è l’uomo.