SOGNI E POLITICA
Quando ero piccola mi ricordo che le persone che iniziavano una carriera politica lo facevano perché sognavano di cambiare il mondo. Sognavano di passare alla storia e che avrebbero avuto un piccolo spazio nei libri del futuro. In questo clima, noi giovani facevamo discorsi su cosa era giusto o sbagliato e scendevamo in piazza per contestare quelle che ritenevamo le ingiustizie del mondo.
Il contesto era facilitato dal fatto che in una Europa bipolare vi erano solo due modelli fra i quali scegliere: capitalismo o comunismo. A un certo punto si è introdotto il modello del capitalismo renano come possibile terza via del capitalismo e l’esperimento Yugoslavia come terza via del socialismo, ma le lotte politiche rimanevano nell’ambito della elaborazione di due modelli.
Alla luce della storia, mi domando quanti dei politici di allora passeranno alla storia e quanti di quelli di adesso. Ed in cuor mio penso che quasi nessuna delle persone che occupa l’attuale scena politica nel mondo occidentale sarà mai trascritta in un libro di storia.
L’apparente vittoria di uno dei due modelli anziché segnare il trionfo della politica e dare l’avvio a un periodo aureo, ha invece segnato il declino della politica. Il potere decisionale è passato dalle imprese alla finanza che per sua natura è interessata solo a vantaggi presenti ed è incapace di sognare un benessere sociale.
Ma per essere riportati in un testo occorre avere una visione, lottare per questa e realizzarla. Non bastano le parole, altrimenti si può finire in una antologia letteraria o in un libro di storia della filosofia. Non basta il marketing, serve la filosofia. Accanto ad una visione di come costruire una società c’è un lavoro di gruppo. L’elaborazione complessa spetta ai filosofi, il programma di realizzazione ai tecnici e la sua attuazione agli ingegneri, mentre il politico è il centro e il perno di tutta questa attività. Alessandro Magno è passato alla storia, ma accanto a lui c’era Aristotele. Senza il pensiero del filosofo Aristotele, Alessandro Magno sarebbe stato un ennesimo conquistatore sanguinario.
Quando ero piccola non solo avevamo politici che competevano nell’arena del parlamento e delle piazze, ma avevamo anche pensatori. Passavamo ore in libreria e ascoltavamo con attenzione chi dedicava ore al pensiero. E forse la mancanza di uomini con idee è la vera carenza dei nostri giorni.
Eliminando il pensiero, che è interessante quanto più è scomodo, e passando dalla filosofia al marketing, dalle visioni ai sondaggi, si è passati dalla discussione sul futuro a quella sul presente. E questo non può interessare gli storici. Interessa solo i giornalisti che scrivono una notizia al giorno ed hanno bisogno di consumare i dettagli. I giornali della mattina sono già vecchi alla sera. Ma un libro di un pensatore non ha scadenza e viene letto dopo secoli.
Decenni di miopia politica hanno condotto a un susseguirsi di crisi: energetica, finanziaria, economica e di nuovo finanziaria e presto di nuovo energetica. Per non parlare di quella ambientale alimentata da catastrofi naturali e da disastri provocati dalla fame di energia dell’uomo (non ultima la marea nera del Golfo del Golfo del Messico).
Servono idee. La BP le cerca sul web. Ma non basta: il cambiamento deve essere più profondo per evitare altre crisi.
E’ ora che politica e pensiero si riuniscano per passare alla storia. E’ questa crisi e questa necessità di cambiare che creano il terreno per un leader illuminato capace di elaborare una visione sul futuro e trascinare le persone verso la sua realizzazione. Le persone potranno così tornare a sognare e saranno capaci di affrontare con più sollievo il presente perché avranno una prospettiva migliore.
E questa visione non può che comprendere un nuovo paradigma energetico e un diverso modello di convivenza su questo pianeta.