L’uomo e l’energia nucleare
E’ troppo facile oggi dire che l’energia nucleare non è la risposta ai bisogni del mondo. Non è una questione di costi e non di sicurezza. La realtà supera sempre la fantasia, diceva il grande Sciascia, e quello che è successo in Giappone non era prevedibile da ingegneri, scienziati e politici affetti da sindrome di onnipotenza.
Il motivo per cui non possiamo accettare la realizzazione di impianti così fragili e pericolosi è nella natura dell’uomo. Il problema ancora una volta è l’uomo che usa la pistola e non la pistola in se.
Il Giappone aveva costruito la sua credibilità sulla Qualità Totale, sulla costruzione di un rapporto di fiducia con i cittadini e i consumatori finali. Interi corsi universitari di Management studiavano il modello giapponese come quello capace di superare i limiti della fallibilità dell’uomo.
Poi i problemi con alcuni modelli di auto della Toyota. Le accuse erano che la casa automobilistica sapeva e aveva taciuto. Ma in fondo ognuno pensava che si trattasse di un errore non intenzionale. La Toyota aveva ritirato dal mercato quasi due milioni di auto difettose e il presidente della società si era scusato pubblicamente.
Ora l’incidente nucleare con la Società elettrica giapponese che centellina le informazione e probabilmente non le ha fornite tutte in tempo utile per poter prendere decisioni frastiche sin dall’inizio. Allora che differenza c’è fra i russi e i giapponesi?
Che non ci si potesse fidare dei russi, tutto il mondo lo supponeva. Così come tutto il mondo pensa che noi italiani siamo inaffidabili. Le barzellette di tutto il mondo descrivono il nostro paese come “pittoresco”, salvo poi ammettere che la qualità di vita è in assoluto fra le migliori al mondo. Non capiscono il perché, e se anche vengono volentieri in Italia non ci affiderebbero mai la gestione di un evento, figuriamo di una centrale nucleare.
Il Giappone era diverso. I linguisti che lo studiano ci sottolineano le differenze culturali. Facebook è diffusa in tutto il mondo tranne in Giappone dove hanno elaborato propri social network che rispettano le loro peculiarità. Eppure i vertici della Tepco non si sono comportati diversamente dagli altri.
Il problema è che l’uomo è lo stesso nel tempo e nello spazio. Il codice di Hammurabi traccia il profilo di un uomo con gli stessi difetti di quello di oggi. Le tragedie greche ci narrano di uomini che vorrebbero essere eroi e che si ritrovano a combattere con la loro fragilità umana. E le stesse storie si ritrovano nei racconti e storie in ogni parte del mondo, a ogni latitudine i limiti umani hanno fatto fallire e tramontare regni e società un tempo felici e prospere.
Cupidigia e avidità sono fra le principali molle che muovono l’uomo a prendere decisioni egoiste e che danneggiano gli altri. E quando l’uomo è in gruppo scattano meccanismi ancora più “animaleschi” che lo fanno comportare secondo le logiche del branco. Il branco segue le dinamiche di gruppo e può arrivare a delle aberrazioni e crudeltà indicibili come quelle della persecuzione e sterminio delle minoranze.
Gli uomini della Tepco si sono comportati secondo la logica del branco e hanno rivelato tutta la stupida fragilità umana capace di distruggere ogni cosa e vite umane senza motivi logici. Per proteggere il branco (Tepco) i membri sono disposti a ogni stupidità.
Ed allora, quando ancora qualcuno pensa al nucleare, ricordiamogli che non esiste al mondo nessuna società o ente o altro gruppo di umani che non sia capace di compiere aberrazioni. Se non vogliamo che le pistole uccidano, dobbiamo disarmare le mani che le impugnano.