Se diciotto milioni vi sembran pochi
Diciotto milioni di euro in tre anni: cinque per il 2009, otto per il 2010 e altri cinque per il 2011. A tanto assommano gli interessi passivi che Palazzo Vecchio si trova costretto a mettere a bilancio nel prossimo triennio per l’andamento negativo degli investimenti sugli strumenti finanziari derivati, i cosidetti «swap» tristemente noti nella crisi globale per aver buttato fuori di casa decine di migliaia di americani non più in grado di pagare mutui saliti in modo spropositato. Ma il caso «swap» è ormai un argomento più giudiziario che economico.
La Finanza ha infatti visitato otto banche per acquisire documenti che riguardano la sottoscrizione di circa 130 contratti di swap tra gli stessi istituti e numerosi enti locali. Le Fiamme Gialle si sono mosse su mandato della procura che ha aperto un’inchiesta per truffa aggravata a danno degli enti pubblici da parte di diversi istituti di credito che negli anni passati hanno venduto quei prodotti finanziari ad alto rischio alla Regione e a undici Comuni (oltre a Firenze ci sono Campi, Scandicci, Pontassieve, San Casciano, Fiesole, Impruneta, Palazzuolo, Firenzuola, Tavarnelle e Marradi) per «coprire» un debito complessivo di oltre un miliardo e mezzo di euro, 728 milioni dei quali relativi a Palazzo Vecchio.
Gli swap, infatti, a questo servono: si basano cioè su delle specie di «assicurazioni» che un ente o un’impresa può prendere per garantire un investimento bancario contro una eccessiva crescita dei tassi di interesse relativi a un debito. Gli swap sono dei derivati finanziari, che a loro volta si chiamano così perché il loro valore dipende da variabili esterne (azioni di ditte o società quotate in Borsa, indici, valute nazionali o estere, tassi di interesse e altro ancora). Sono strumenti «pericolosi», insomma. Un intreccio finanziario in cui perdersi è facilissimo e che la procura vuole capire con attenzione. Il compito dato alla Finanza è chiaro e scritto in un comunicato: «Accertare ipotesi connesse alla possibile predisposizione di clausole e condizioni che possano aver causato, in pregiudizio degli enti pubblici sottoscrittori, gravi danni economici quali il pagamento di altissime commissioni implicite e/o l’esborso di tassi esageratamente alti»
Sul caso «swap» sta facendo accertamenti anche la Corte dei conti che si muove in parallelo con le indagini della procura. Una cosa, da analisi iniziali, inquieta: se Palazzo Vecchio volesse chiudere ora tutti i suoi contratti derivati, perderebbe una cinquantina di milioni di euro. Giocare ai finanzieri d’assalto con le casse comunali, con l’aria che tira, appare oggi quantomeno incauto.
P.s: il 6 Maggio a Bologna la campagna “A carte scoperte” animerà parte del seminario “Nuovi confini per la nuova finanza” organizzato da Fisac Cgil nazionale, Fisac Cgil Emilia Romagna e Cgil Emilia Romagna. Presto vi daremo nuove e più dettagliate notizie…