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Climategate: a che punto siamo?

14 dicembre 2009 0 commenti


Nel dibattito sul clima, i negazionisti hanno messo in campo tutti i trucchi propagandistici utilizzati in politica. Ne è un esempio questa vignetta che ci mostra un Al Gore dalle fattezze deformate che indica una curva decrescente marcata come "actual temperature" ("temperatura vera"). Purtroppo, non basta disegnare dati immaginari su una lavagna immaginaria per demolire la realtà del riscaldamento globale.


Il furto delle email dei climatologi dell'università di East Anglia ("climategate") è ormai vecchio di una quindicina di giorni e, in un certo senso, credo che possiamo tirare un sospiro di sollievo nel senso che non si è rivelato l'inizio di una campagna propagandistica in grande stile mirata a screditare la scienza del clima. Per fortuna si sta rivelando un'iniziativa isolata; nonostante il tentativo dei negazionisti di sfruttarla al massimo. Nella pratica, la gente rimane più che altro confusa da una polemica piuttosto oscura. In effetti, i dati di google trends indicano che l'interesse nella faccenda potrebbe aver già piccato ed essere in declino:



Non solo il trend è in declino, ma anche il volume di ricerche è rimasto molto basso. Cercando in "tutte le regioni", climategate raggiunge circa 1/20 dell'interesse in "Obama". Notiamo anche una reazione piuttosto energica dei media a sostenere la scienza seria. Per esempio, guardate Andrew Watson, ricercatore di East Anglia che ridicolizza sul clima un imbecille di nome Marc Morano sulla BBC. Istruttivo se masticate bene l'inglese


Ci vuole poco a ridicolizzare gli imbecilli, ma se l'intervistatrice avesse voluto sterzare il dibattito in modo da ridicolizzare Watson invece di Morano, l'avrebbe potuto fare senza problemi. Se non lo ha fatto vuol dire che non è stata sottoposta a pressioni dall'alto per farlo.

In sostanza, la faccenda delle email rubate si potrebbe rivelare un flop per i negazionisti; rivelandone la sostanziale inconsistenza in termini di argomentazioni valide che non siano semplicemente attaccare le persone. Una persona seria che avesse dei dubbi ragionevoli sulla bontà del concetto di "cambiamento climatico causato dall'uomo" (ce ne sono) dovrebbe a questo punto domandarsi che senso ha trovarsi in compagnia con certa gente e se non è piuttosto il caso di rivedere la propria posizione.

Tuttavia, non c'è dubbio che climategate è stata una sconfitta per la scienza. Ha dimostrato, se non altro, che gli scienziati non sono bravi a gestirsi in termini di public relations. Grossa ingenuità da parte di Phil Jones, direttore della Climate Resarch Unit, ma ancora peggiore è stata l'inazione dell'Università di East Anglia nei giorni immediatamente successivi all'evento. Bisognava reagire con ben maggiore forza e con più tempismo. Questa storia sarà probabilmente ricordata come un buon esempio di come NON gestire una cosa del genere.

Se climategate fosse stato veramente quello che si poteva temere che fosse, ovvero un attacco concertato e in grande stile, la scienza del clima e gli scienziati sarebbero stati ridotti a coriandoli dalla grande macchina della propaganda. Non sarebbe stata la prima volta, anche nel teoricamente libero occidente (pensate al caso dei "Limiti dello Sviluppo" triturato dalla propaganda negli anni '80). Il fatto che non lo sia stato non vuol dire che non farà danni ma, perlomeno, possiamo fare in modo che siano limitati. Per la prossima volta, ricordiamoci che quella la fuori è una guerra e che per vincere le guerre bisogna essere preparati a combatterle.

Se, come diceva Gandhi, in una buona causa non ci sono mai sconfitte, è anche vero che, come diceva Pietro il Grande: (più o meno) è dalla sconfitta che impari come vincere. Qui, abbiamo imparato che la fuori è pieno di gente senza scrupoli che non si ferma davanti a niente pur di imporre la propria visione. Furto; diffusione illegale di dati privati, insinuazioni, accuse non supportate, "character assassination" - tutti i mezzi più oscuri della propaganda sono stati utilizzati contro gli scienziati che, normalmente, non sono abituati a a questo tipo di confronto. Se nella scienza il confronto è aperto ed è ammesso cambiare idea, nella vita reale come dicono nei film polizieschi americani, "tutto quello che dici potrà essere usato contro di te" ed è perfettamente vero.

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Update del 15 Dicembre

Google trends ha appena aggiornato i dati e sembra proprio che l'interesse nella storia del climategate stia cadendo rapidamente. Come era giusto che fosse.