I tonni, il rumore e il cemento
«Chi lo direbbe, eppure il tonno è un animale sensibile. Non alle questioni di cuore, ma a quelle di udito. E di rumore, laggiù in mezzo al mare ce n'è sempre di più. Per questo il tonno si sta via via allontanando dalle nostre coste, da quelle del Tirreno e della Sicilia dove era di casa e pure da quelle liguri.
Maurizio Wurtz è un biologo marino docente alla Facoltà di Scienze dell'Università di Genova. E' il primo accademico italiano a tenere un corso di laurea sui cetacei.
E' anche un rompiscatole. Uno che va a scovare le ultime praterie di posidonia e spiega a sindaci e costruttori che quelle piante garantiscono la sopravvivenza del mare e quindi della catena della vita e insomma non si possono sacrificare per qualche yacht.
Wurtz parla del rumore. E dei tonni. E del cemento che fa aumentare il rumore, che a sua volta fa scappare i tonni.
"Il suono si propaga più facilmente in acqua che in aria. E se in mare c'è una roccia, la diffusione del suono attraverso di essa sarà amplificata. Dei colleghi che facevano rilevamenti acustici sui centacei a cento miglia dalla costa Azzurra registrarono una serie di botti, come esplosioni. Scoprirono poi che erano le palificazioni del nuovo porto di Montecarlo.
La natura aveva trovato il sistema per proteggere il mare dall'inquinamento acustico. La vegetazione e la sabbia a ridosso del litorale servono a frangere il rumore, aspezzettarlo attutendone la forza.
Ma la cementificazione si mangia sabbia e verde pure in riva al mare e i "pennelli" [barriere frangiflutto], i moli, le banchine accelerano la trasmissione dei rumori.»
Marco Preve e Ferruccio Sansa, Il partito del cemento, Ed. Chiarelettere 2008 , pp. 181-182