L’accesso è meglio del possesso /1
[L'articolo di Kevin Kelly di cui riporto qui la prima parte è molto interessante. Anche se non parla direttamente di impatto ambientale, la sua idea che affitto e condivisione siano meglio della proprietà potrebbe avere un impatto notevole suil nostro futuro.]
«Uso strade di cui non sono proprietario. Ho accesso al 99 per cento delle strade e delle infrastrutture del mondo, tranne qualche eccezione, perché sono pubbliche. Chiunque le può usare perché c'è qualcuno che paga le tasse.
Le strade del mondo sono a tutti gli effetti al mio servizio come se ne fossi il proprietario. Anzi, meglio: non devo preoccuparmi della loro manutenzione. Anche internet è un bene comune. Posso usarlo in qualunque momento, con estrema facilità.
Probabilmente molto presto non saremo più proprietari di dischi, libri o film. Avremo invece accesso a tutta la musica, a tutti i libri e a tutti i film pagando una tassa o un abbonamento. Non dovremo comprarli, ma potremo leggerli o ascoltarli quando vogliamo, scaricandoli dalla rete.
Per molte persone questo tipo di accesso immediato e universale è meglio della proprietà: nessun problema di accumulo, smistamento, archivio, pulizia. I prodotti digitali sono beni condivisibili e senza padrone. Anzi, in un mondo di bit la proprietà stessa diventa uno sforzo collettivo: più che la proprietà conteranno l'uso e il controllo.
Non si può possedere un'idea come se fosse un lingotto d'oro: un'idea, infatti, non vale nulla se non è condivisa. Più è al servizio di tutti, più acquista valore. Ma se non ha un proprietario, chi ne ricava qualcosa?
Nel nuovo sistema sociale gli utenti dovranno assumersi molti dei compiti che un tempo spettavano ai proprietari. E dunque, in un certo modo, l'uso diventerà proprietà.»
(Continua)
L'articolo originale di Kelly (in inglese) si trova sul suo blog. La versione italiana è stata pubblicata su Internazionale .