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L’accesso è meglio del possesso /2

12 marzo 2009 0 commenti

[L'articolo di Kevin Kelly di cui riporto qui la seconda parte è molto interessante. Anche se non parla direttamente di impatto ambientale, la sua idea che affitto e condivisione siano meglio della proprietà potrebbe avere un impatto notevole suil nostro futuro.]

Prima parte

share.jpgCondividere è un po' come affittare. Potremmo dire che la sharing economy, l'economia della condivisione che sta emergendo dai social media, è un'economia dell'affitto. Per guardare un film alla pay tv in realtà dobbiamo noleggiarlo.

Con i prodotti digitali non diciamo "affitto" perché associamo questa parola agli oggetti e non ai servizi. Affittiamo uno smoking, non un servizio internet. Ma affittare significa condividere il costo della proprietà con un gruppo. La proprietà legale è della società che offre qualcosa a noleggio, ma la proprietà effettiva (la proprietà d'uso) è nelle mani del gruppo che paga per usare un bene o un servizio.

In un contratto di affitto, l'affittuario gode di molti dei vantaggi della proprietà, ma senza bisogno di un capitale iniziale e senza spese di manutenzione.

Naturalmente gli affittuari hanno anche degli svantaggi: non hanno tutti i benefici della proprietà, come il diritto di modifica, l'accesso a lungo termine o la possibilità di ricavare un profitto in denaro.

Proprietà e affitto sono nati praticamente insieme, e oggi si può affittare quasi tutto: l'affitto delle borse da donna, per esempio, negli Stati Uniti rappresenta un mercato da nove miliardi di dollari.

La borsa di uno stilista famoso può costare anche 500 dollari, ma si può noleggiare per 30 o 60 dollari a settimana. La proprietà condivisa funziona in particolare quando l'uso è a breve termine. E per molti degli oggetti che useremo in futuro, il breve termine sarà la norma. 

(Continua)

L'articolo originale di Kelly (in inglese) si trova sul suo blog. La versione italiana è stata pubblicata su Internazionale .

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