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Terremoto in Abruzzo, le domande di un lettore operaio

7 aprile 2009 0 commenti

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A proposito di prevedibilità

«Pur nei limiti degli eventi sismici verificatisi in regione, l'ubicazione molto favorevole della stazione di rilevamento ha permesso di evidenziare la validità della misura di radon per la segnalazione delle situazioni di stress presismico delle strutture tettoniche.»

Così alcuni sismologi dell' Istituto Geofisico di Trieste scrivevano oltre 10 anni fa in un articolo scientifico a proposito di misure eseguite in Friuli. Altri articoli (disponibili solo in abstract) sono stati citati da Fabio nel commento al post di ieri .

A questo punto sorgono spontanee alcune domande "da lettore operaio". Nessun intento polemico, solo il desiderio di capire, sperando che certe cose in futuro non accadano più.

  1. C'è qualche gruppo di ricerca nelle università italiane che studia, approfondisce, progetta, brevetta e dispiega sul territorio rilevatori di Radon?
  2. E' possibile che l'unica attività in questo campo venga svolta da un tecnico intelligente e illuminato che vi si dedica nel suo tempo libero?
  3. Perchè l'Abruzzo non è pieno di rivelatori di Radon (il cui costo non dovrebbe superare poche centinaia di €)? La misura si fa scavando un foro di qualche metro nel terreno, il tempo di misura è di qualche ora. Una cosa semplicissima, forse troppo semplice...
  4. E' possibile pensare che una simile rete di rivelatori avrebbe permesso una qualche sorta di preallarme per il sisma di domenica?

A proposito di prevenzione

Date un'occhiata alla foto aerea che ho messo sopra, presa da Repubblica.

Una casa è crollata, quelle intorno no.

Le case sulla sinistra sono vecchie case di pietra.

Quella che è crollata forse è più nuova. Sembra di vedere pilastri di cemento.

Fatalità?

UPDATE. A giudicare da questo articolo,  uscito il 10 aprile, ovvero tre giorni dopo questo post, sembra proprio di no.

Come detesto aver ragione in questi casi.

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