La teoria e la pratica del q.b.
«Proviamo a immaginare un'astronave aliena che circumnaviga il guscio annerito della Terra fra qualche secolo: i piloti si spaventerebbero a morte, venendo a sapere che i supi abitanti si erano così impegnati nel ricavare il massimo dalla produzione e dal consumo di ogni ben di dio, che alla fine erano riusciti a distruggere tutto il pianeta. "Che coglioni!", sbotterebbero i nostri extraterrestri, scrollando la loro testolina argentea.
Se poi quegli alieni venisssero a sapere che eravamo anche diventati più scorbutici, malaticci e stressati man mano che la nostra ricerca di tutto e di più raggingeva l'apice, si gratterebbero la zucca, domandandosi...: "Com'è che non si sono evoluti questi fessacchiotti? [...]
Dobbiamo fare passi avanti nell'evoluzione. E di corsa, anche.
Occorre sviluppare un senso del "quanto basta" o, se vogliamo, una "teoria del q.b." .
Abbiamo creato una cultura dove domina un messaggio del tipo: non abbiamo ancora tutto quello che occorre per essere soddisfatti. E ci sentiamo ripetre che la soluzione è avere, vedere, esistere e darsi da fare ancora di più. Sempre di più.
Ma questo produce un frutto avvelenato: i livelli di stress, di depressione, logoramento, stanno tutti salendo all'impazzata, anche se viviamo in mezzo ad un'abbondanza mai vista prima. E il nostro pianeta non sembra passarsela tanto meglio.
Dobbiamo subito smettere di sollecitare i formidabili istinti che da sempre ci rendono così insoddisfatti. E coltivare invece le nostre capacità di apprezzare le meraviglie senza precedenti ora alla nostra portata. Dobbiamo imparare a vivere nell'epoca della post-abbondanza.
Questo non significa portare indietro l'orologio della storia o fare chissà quali rinunce, ma capire che siamo arrivati al capolinea (era ora!)
La .pratica del q.b. è la stada obbligata per arrivare all'appagamento. Si tratta di un'ecologia individuale: ognuno di noi deve trovare il proprio equilibrio sostenibile. Il q.b. è il punto critico, oltre il quale avere tutto e di più peggiora la vita invece di migliorarla.»
John Naish, Basta!, MIlano 2009, pp. 5-6
Un libro straordinario, uscito nel 2008 in GB, ma da poco pubblicato in Italia: gentilmente pungente, satirico e molto chiaro. Una traduzione di Ivan Illich e Serge Latouche nella vita quotidiana e nel linguaggio quotidiano. Posterò altre citazioni dal libro di Naish, ma merita di essere letto da cima a fondo.