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Obama, l’autografo eolico e l’economia verde del post-picco

24 aprile 2009 0 commenti

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Ieri Repubblica ha riportato alcuni stralci del discorso che Obama ha fatto in occasione della giornata della Terra; qui a fianco si vede il presidente mentre sta "autografando" una pala eolica (dove tra parentesi si nota il fatto che sia mancino, come la metà degli ultimi 12 presidenti).

Ma a mio parere ha lasciato fuori alcune delle considerazioni più importanti.

Eccovele in diretta, tradotte (e un po' sintetizzate) dal sito della Casa Bianca :

«La scelta non è tra salvare l'ambiente e salvare l'economia, ma tra prosperità e declino. Possiamo restare il principale importatore di petrolio, o diventare il principale esportatore di energia pulita.
Possiamo lasciare che i cambiamenti climatici facciano strage del paesaggio, oppure posiamo creare posti di lavoro per prevenire i suoi effetti peggiori.
Possiamo lasciare i lavori del 21° secolo ai nostri concorrenti o confrontarci con le nazioni in Europa e in Asia che hanno raccolto la sfida e l'opportunità.
La nazione che guiderà la creazione di nuove fonti di energia sarà la nazione che guiderà l'economia mondiale del 21° secolo.
L'America può essere questa nazione, l'America deve esserlo.»

Un discorso piuttosto tosto, direi. Forse il primo discorso post picco di un leader politico.

Niente da eccepire, se non due cose. 

  1. "Prosperity" è un tantino esagerato, non trovate? nei prossimi anni rischia di diventare una parola davvero fuori moda... Forse  bastava "welfare" oppure "quality of life"...
  2. L'America può essere la prima nell'economia verde, ma perchè condannarla a "dover" essere la prima?  Certo tra esseri i primi a fare la guerra e i primi nell'energia c'è una bella differenza, ma l'ideologia del "destino manifesto" rischia di essere sempre la stessa...

 

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